Nella Convenzione sui Diritti dell’Infanzia sono stati raccolti i diritti essenziali per una crescita sana e serena di tutti i bambini e i ragazzi sotto i diciotto anni, senza discriminazioni. Ogni bambino ha il diritto di conoscere i propri genitori, di essere accudito e di non essere allontanato da loro a meno che non sia per il suo bene. I bambini hanno il diritto di essere istruiti, di esprimersi, di incontrare altre persone e di giocare. Ogni bambino ha inoltre il diritto a essere protetto dai propri genitori e dagli adulti in generale.
La violenza assistita è una violazione grave dei diritti del bambino.
Con violenza assistita s’intende l’essere testimone di “atti di violenza fisica, verbale, psicologica, sessuale ed economica su figure di riferimento o su altre figure affettivamente significative, adulte o minori” (Coordinamento Italiano dei Servizi contro il Maltrattamento e l’Abuso all’Infanzia 1999).
Esperienze di questo tipo rendono l’ambiente di vita imprevedibile e suscitano nel bambino vissuti di paura causati dalle persone stesse che dovrebbero garantirgli conforto e protezione incidendo in modo negativo sullo sviluppo della sua personalità e delle sue relazioni.
Alcuni bambini esprimono verbalmente il proprio disagio per aver assistito a scene violente, altri lo esprimono attraverso il proprio comportamento: atteggiamenti aggressivi, agitazione psicomotoria, disturbi del sonno, improvviso calo del rendimento scolastico, ansie e paure non giustificate sono alcuni dei segnali che possono insorgere e a cui è importante prestare attenzione.
Talvolta si ritiene che bambini molto piccoli siano impermeabili a ciò che accade nel loro ambiente circostante o che dimentichino presto. Al contrario, i bambini sono molto sensibili al clima che li circonda e soprattutto alle proprie figure significative e anche esperienze molto precoci possono essere potenzialmente traumatiche soprattutto se si verificano in modo continuativo e se non si aiuta il bambino a dargli un significato. Talvolta spiegazioni date per proteggere il bambino in cui si nega ciò che è accaduto o lo si banalizza (ad esempio ”stavamo solo giocando”) lo confondono ulteriormente.
Le persone che più possono aiutare i bambini in queste situazioni sono i genitori stessi: dare una spiegazione adatta al loro sviluppo, rassicurare, ammettere i propri sbagli e assicurare che non accadrà più. Non sempre ciò è facile da realizzare, chiedere aiuto a uno psicologo per farsi sostenere come coppia e come genitori è un passo importante nell’aiutare il bambino a crescere in un ambiente che sia per lui protettivo.
Quando questo non accade, gli adulti che ricevono dai bambini comunicazioni di violenza all’interno delle proprie mura domestiche hanno la responsabilità di intervenire nell’attivare i servizi sociali locali.
Dott.ssa Greta Nicolini
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
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