Questa volta, non i numerosi massicci carsici del cuneese, ma le antiche cave di Monte Massone - in Valstrona sopra Ornavasso (VB) - sono state individuate come nuovo teatro delle operazioni di addestramento di soccorso speleologico.
Le cave di marmo di Monte Massone sono attive dal I secolo della Nostra Era. Proprio da qui fu estratto il pregiatissimo marmo bianco che, trasportato lungo le vie d’acqua che uniscono il Toce, il Lago Maggiore ed il Naviglio Grande, orna - fra i tanti celebri monumenti - il Duomo di Milano, quello di Pavia e l’Arco della Pace di Milano.
In questo suggestivo scenario si è svolto il corso di formazione, organizzato dalla Delegazione stessa e dalla sezione regionale della Scuola Nazionale Tecnici di Soccorso Speleologico (SNaTSS).
Infatti, il CNSAS oltre ad essere chiamato ad intervenire quando è necessario portare soccorso medicalizzato in alta montagna o in grotta, interviene anche in tutti gli ambienti in cui le difficoltà di progressione - e a maggiore regione quelle di medicalizzazione e di recupero in sicurezza – rendono inaccessibile il luogo dell’incidente al personale del 118, dei Vigili del Fuoco, o di qualunque altra organizzazione di soccorso.
Il corso ha coinvolto i più giovani volontari della delegazione speleologica piemontese e si è articolato in diversi moduli formativi differenziati in funzione del livello tecnico e dell’esperienza raggiunta da ciascuno dei volontari.
Nelle prime ore di sabato, è stato simulato un incidente ad un minatore al livello più basso della cava.
I tecnici speleo hanno stabilito un campo base alla stazione di Ornavasso del CNSAS ed un campo avanzato nei pressi del terzo livello di cava. Quindi si sono calati fino al luogo dell'incidente simulato, medicalizzando immediatamente il figurante e calando lungo il percorso di evacuazione tutte le attrezzature speciali e gli equipaggiamenti tecnici necessari a questo tipo di soccorso.
Gli aspiranti operatori di soccorso hanno potuto proseguire l’apprendimento delle tecniche base di trasporto e recupero di un ferito in ambiente ostile. Mentre gli operatori di soccorso che dagli anni precedenti stanno seguendo il percorso formativo che li porterà al brevetto di tecnico di soccorso speleologico, hanno avuto l’occasione di sperimentare tecniche più complesse di movimentazione che permettono di estrarre in sicurezza una persona incidentata con l’uso di corde e dispositivi di recupero installati ed azionati dai volontari stessi.
Grazie al notevole livello tecnico già raggiunto anche dai tecnici volontari più giovani, la barella col figurante è stata estratta dalla cava senza difficoltà e sempre sotto il costante monitoraggio di un sanitario del CNSAS appositamente addestrato per la medicalizzazione in ambiente ostile.
Tutte le operazioni si sono concluse con pieno successo nel tardo pomeriggio di domenica.