L'articolo 20, commi 8 bis e 8 quater, estendono infatti la detrazione d'imposta del 19% per i canoni di locazione previsti per gli studenti universitari fuori sede anche nell'ipotesi che gli studenti fuori sede siano residenti in zone montane o disagiate.
Il beneficio fiscale riguarderà i canoni di locazione derivandi da contratti di locazione stipulati o rinnovati ai sensi della legge 431/1998, i canoni relativi ai contratti di ospitalità, nonchè agli atti di assegnazione i godimento o locazione, stipulati con enti per il diritto allo studio, università, collegi universitari legalmente riconosciuti, enti senza fini di lucro e cooperative.
Alle medesime condizioni ed entro lo stesso limite, la detrazione spetta per i canoni derivanti da contratti di locazione e di ospitalità ovvero da atti di assegnazione in godimento stipulati, ai sensi della vigente normativa nello Stato in cui l'immobile è situato, dagli studenti iscritti a un corso di laurea presso un'università ubicata nel territorio di uno Stato membro dell'UE o in uno degli Stati aderenti all'accordo sullo spazio economico europeo che sono inclusi nella lista dei Paesi e territori che consentono un adeguato scambio di informazioni.
Con la modifica introdotta dal Parlamento, la detrazione del 19% per questo tipo di spese sarà quindi utilizzabile anche dagli studenti fuori residenti in zone montane o disagiate ad almeno 50 chilometri dalla sede universitaria.
Secondo quanto prevede il decreto la detrazione è prevista, alle condizioni indicate, a regime, a seguito delle novità introdotte limitatamente ai periodi di imposta in corso al 31 dicembre 2017 e al 31 dicembre 2018.
Ne dà notizia l'on. Enrico Borghi, presidente Uncem e presidente dell'Integruppo Parlamentare per lo Sviluppo della Montagna, che in proposito osserva: "Si tratta di una misura importante, che va nella direzione di applicare gli articoli 3 e 44 della Costituzione che stabiliscono come sia obbligo della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale e che si attuino provvedimenti legislativi per le zone montane al fine del conseguimento di equi rapporti sociali.
Il fallimento della logica dell'Università sotto casa degli anni '90 ha sancito la fine di una fase che immaginava di trasferire gli Atenei nel diffuso e complesso territorio italiano, e ha rafforzato l'esigenza storica degli studenti delle zone montane e delle loro famiglie di sobbarcarsi di consistenti oneri aggiuntivi rispetto ai residenti delle città per permettersi adeguati studi universitari. Questa misura va nella direzione di ripristinare maggiore giustizia e eguaglianza, per evitare che vivere nelle zone montane significhi essere cittadini di serie B. Certo, non è esaustiva in sè, ma rispetto al passato è un significativo passo in avanti che si lega ad altri provvedimenti sui quali in questa legislatura abbiamo lavorato ottenendo risultati importanti".