La notizia dell'accorpamento della Camera di Commercio del VCO a Novara Vercelli e Biella, arriva dopo mesi di rimpalli e promesse di impegno sull'autonomia territoriale.
Evidentemente siamo molto preoccupati da questa decisione, che svilisce ulteriormente il Verbano Cusio Ossola e smentisce ancora una volta le volontà politiche di sostenere la specificità montana del nostro territorio.
L'accorpamento della CCIAA al quadrante, la crisi finanziaria della Provincia, la mancata assegnazione al VCO dei canoni idrici , sono tutti importanti segnali che in realtà la specificità montana, la paventata autonomia territoriale, il sostegno alle aree disagiate e di confine come la nostra, sono e restano solo delle promesse mai mantenute e considerabili ormai irrealizzabili.
Crediamo che oggi la politica debba avere uno scatto di orgoglio e , lasciate nelle sedi dei partiti le giuste differenze culturali, inizi a fare lobby territoriale, questo pero a patto che non si giochi su due o più tavoli, uno di facciata nel VCO e altri, di sostanza, a Torino e Roma.
Luigi Songa -presidente provinciale Fratelli d'Italia del VCO
Damiano Colombo - capogruppo Fdi Verbania
Mattia Corbetta - Assessore al Comuen di Omegna
Fabio Basta - capogruppo FdI Domo e cons provinciale
Giuseppe Formigoni -capogruppo Fdi Omegna
FDI AN su accorpamento Camera di Commercio
Riceviamo e pubblichiamo, un comunicato di Fratelli d'Italia del VCO, riguardante l'accorpamento della Camera di Commercio del VCO a quelle di Novara, Vercelli e Biella.
2 commenti Aggiungi il tuo
Ho da sempre espresso, anche dall'interno dello stesso ente, l'inutilità della struttura alla luce delle profonde modificazioni avvenute in questi anni del mondo economico. Il mio ruolo attuale alla guida regionale della più grande federazione degli agenti immobiliari in Italia F.I.A.I.P. mi ha aiutato a concludere alcune considerazioni. Con la telematica, questi enti non servono più e nulla apportano al miglioramento dei nostri affari (scopo costitutivo delle Camere di Commercio), viceversa orpelli economici alle aziende grandi e piccole rimangono. Le CCIAA nate per favorire il miglioramento delle attività economiche oggi sono, come tanti enti in Italia un mero ammortizzatore sociale. Inutili i corsi (che li potrebbero fare benissimo e con migliori risultati le scuole), inesistenti gli apporti di nuovi clienti alle aziende (i Ministeri sono bravissimi sui nuovi mercati e preposti nel farlo), inutili gli studi settoriali (che si sovrappongono a quelli istituzionali rendendoli di fatto surplus), ecc..... ma gli orpelli a carico delle imprese per mantenere gli elenchi di esistenza, iscrizione e cancellazione delle Ditte rimangono; appunto per "parcheggiare" lavoratori che si meriterebbero attività più gratificanti legate all'ambiente mercantile dinamico e moderno con contatti aperti sul mondo grazie al WEB. Abbiamo così paura di innovarci? Poveri noi, gli "altri" vanno veloci con metodi in tempo reale e noi ci accontentiamo della velocità inutilmente lenta legata solo alla tradizione corporativistica dell'economia latina che mi piace come pensiero ma ormai caduta e resa inutile dal concetto anglosassone del mercato che, piaccia o no, comanda il mondo economico, politico e sociale ormai da anni nel mondo. Riusciremo ad accorgercene?
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