L’esposizione: “MOSTRA GALEOTTA” presenta due sezioni in qualche modo complementari, ma molte diverse sul piano della gerarchia delle opere.
Nella prima si possono vedere decine e decine di cartoline dipinte da detenuti, che, attraverso questa forma d’arte, comunicano con l’esterno, utilizzando la pittura come un linguaggio universale che più di ogni altro si presta a quel recupero sociale, che la costituzione garantisce.
Nella seconda si possono ammirare quattro quadri del pittore olandese di larga fama, Pieter Mulier il Giovane, detto “Il Tempesta” (1637-1701), che nel 1679 fu condannato a vent'anni di prigione, come mandante dell’omicidio della moglie.
E’ quindi evidente che il trait d’union tra le due sezioni è la condizione di carcerati degli autori delle opere esposte.
Non c’è dubbio, tuttavia, che il centro dell’ esposizione è costituito dai quattro quadri di paesaggio del Tempesta che dialogano molto efficacemente con lo scenario naturale del Lago Maggiore che si gode da Villa Giulia.
Le quattro tele qui esposte sono state scoperte nel 2005 in una collezione privata italiana da Marcel Roethlisberger- Bianco, che le ha pubblicate nel 2008 indicandole come capolavorii della maturità del grande vedutista Pieter Mulier detto il Cavalier Tempesta (1637-1701).
La qualità suprema dei dipinti e la lettura di alcuni dettagli negli edifici e nel paesaggio, che sembrano far presupporre la conoscenza dalla pittura veneta, inducono a pensare che i quadri ora esposti a Villa Giulia furono con ogni probabilità realizzati nell’ultima, eccezionale fase creativa del maestro, tra il 1685 e il 1701, quando ormai il pittore, libero dalla prigione, poté viaggiare e lavorare tra Milano, il Lago Maggiore, il Veneto e l’Emilia, ricercato e osannato dai suoi nobili committenti e dai suoi estimatori.
La presenza delle opere del Tempesta sul Lago Maggiore, per certi versi, si può considerare un ritorno a casa, dal momento che il pittore ebbe stretti rapporti coi Borromeo e soggiornò a lungo nell’Isola Bella, avendo tra i suoi più illustri committenti e sostenitori alcuni importanti esponenti della famiglia Borromeo.
Il primo contatto tra il pittore e l’aristocratica famiglia lombarda avvenne a Roma, nella seconda metà del Seicento, quando Pieter Mulier conobbe il cardinale Giberto Borromeo e fu da questi molto apprezzato. Il cardinal Giberto era in stretto contatto epistolare con il fratello, il conte Vitaliano Borromeo, molto impegnato in quel giro di anni nella costruzione e nella decorazione del Palazzo sull’Isola Bella.
In una lettera inviata da Roma al fratello Vitaliano (datata 14 settembre 1669), il cardinal Giberto raccomandava al congiunto di servirsi, per la decorazione del palazzo, di “Pietro Tempesta pittore hollandese” perché “assai abile in dipinger Paesi con Marine e laghi… e solito operare ad assai buon prezzo”