Nello scorso fine settimana, coinciso con la festa dell’Ascensione, la città s’è riempita di turisti tedeschi e soprattutto svizzeri, ai quali è stata purtroppo offerta la cartolina di una montagna di polistirolo e ferro lasciati a sfogliarsi e arrugginirsi all’aria in uno spazio recintato da una velata e precaria rete che lascia intravedere nitidamente i detriti delle strutture galleggianti.
Se fino all’anno scorso le cause civili di risarcimento in corso potevano imporre di attendere la fine dei rilievi dei periti sui reperti, questa esigenza – oggi a maggior ragione con una sentenza di primo grado e anche la risoluzione del contenzioso sulla vecchia concessione – potrebbe non essere più attuale ma, soprattutto, i detriti potrebbero, in ipotesi, essere più opportunamente e decorosamente conservati altrove.
Prima di poter pensare a come e quando il porto sarà ricostruito, sarebbe opportuno pensare a restituire dignità all'area garantendone di nuovo la libera fruizione, non fosse altro perché porterebbe parcheggi gratuiti per il “Maggiore”, per la spiaggia del Rigoletto e per Villa Taranto.