La risposta a questa domanda non è unica per tutti ma cambia da un caso all’altro, però una cosa che è sempre importante ricordare è che questi bambini sono ragazzi intelligenti, se così non fosse non avrebbero potuto ricevere una diagnosi di questo tipo. Infatti per poter effettuare una diagnosi di Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) il primo criterio è che il profilo intellettivo rientri nella norma, altrimenti le difficoltà scolastiche verrebbero attribuite ad altri tipi di difficoltà quali ad esempio un ritardo cognitivo. Si parla di DSA proprio perché le difficoltà riguardano solo quella specifica area di funzionamento (lettura, scrittura o matematica).
Se i vostri figli non raggiungono l’obbiettivo non è perché non sono intelligenti ma è possibile che la modalità adottata non sia la più adeguata e non dovete neanche sentirvi colpevoli, queste difficoltà non dipendono da trascuratezza, da pigrizia o da una didattica inadeguata.
Cercate di suscitare in loro interesse, ad esempio utilizzando dei materiali che siano per loro accattivanti e divertenti. Leggete tanto insieme, soprattutto libri che a loro possano piacere, magari dando una prima lettura voi e poi facendo rileggere loro, in modo che la lettura non sia solo qualcosa di faticoso e che richieda un alto dispendio di energia ma anche qualcosa di interessante e piacevole. Questo aiuterà anche il bambino ad allargare il proprio vocabolario e ad udire parole pronunciate nel modo corretto. Potete sfruttare strumenti tecnologici quali tablet e computer che sempre più offrono giochi e programmi che permettano di imparare e allenarsi divertendosi, o anche solo facendoli scrivere anziché sul quaderno sul computer con programmi di video scrittura con correttore automatico (ad esempio word) in modo che ad ogni errore ricevano un feedback immediato che gli permetta di correggersi in modo facile. Anche il gioco può essere un momento utile: canzoncine, filastrocche, carte, memory ecc… giochi che stimolino la memoria, la concentrazione e l’uso di strategie.
I bambini con DSA hanno diritto a utilizzare strumenti compensativi e dispensativi che gli aiutino a colmare le loro lacune (ad esempio la calcolatrice, i formulari, tabelle, il registratore, gli audio libri, il computer ecc..) ma non dobbiamo dare per scontato che sappiano come utilizzarli quindi è importante spiegargli come devono essere utilizzati per essere sfruttati al meglio.
Sostenerli è dunque essenziale ma attenzione sostenere non significa sostituirsi a loro o all’insegnante. Sarebbe indicato affiancare al bambino una persona esterna che abbia esperienza con tali difficoltà e che possa aiutare vostro figlio nell’esecuzione pomeridiana dei compiti. Anche fare venire a casa un compagno di classe può essere utile all’apprendimento e può rendere inoltre il momento dei compiti un po’ più piacevole.
Cercate di far diventare il momento dei compiti una routine quotidiana, trovate un luogo tranquillo dove non ci siano troppe distrazioni e trovate un orario in cui il bambino non sia troppo stanco. Concedete delle pause nel mezzo, spesso questi bambini possono affaticarsi facilmente. Leggetegli voi una volta ad alta voce i testi, insegnategli ad utilizzare il vocabolario per cercare le parole che non conoscono, aiutateli a schematizzare, sottolineare, a dividere il brano in parti, ad individuare delle parole chiave che lo aiutino a ricordare meglio e a collegare quanto sta leggendo o studiando con cose che ha già fatto in passato o che già conosce. L’obiettivo è che gradualmente diventi sempre più autonomo dell’esecuzione dei compiti e nell’utilizzo dei suoi strumenti compensativi e dispensativi.
È importante avere fiducia nelle loro capacità senza sminuirne le difficoltà e senza pretendere risultati troppo alti nelle materie dove le loro difficoltà incidono maggiormente.
Oltre agli aspetti scolastici non bisogna trascurare i risvolti emotivi, molto spesso infatti questi bambini si sentono diversi dai loro compagni e in alcuni casi possono anche venire presi in giro, è importante ascoltarli e parlare con loro del loro disagio, cercando di valorizzare e sottolineando le loro capacità anche in altri settori. Non fategli sentire l’ansia per l’attesa dei risultati, gratificatelo quando qualcosa gli riesce bene, quando esegue i compiti in modo corretto o in autonomia, quando ottiene dei buoni risultati o anche solo un miglioramento senza per forza pretendere il massimo dei risultati. Insegnate ai vostri figli che il valore della scuola sta in quello che si impara e non nei voti.
Dott.ssa Greta Nicolini
Psicologa
La Girandola - Spazio Psicoeducativo