Nel caso sottoposto all’esame della Cassazione un avvocato aveva incardinato, rappresentando un’Assistita, una causa poi rigettata dal tribunale competente, in quanto ritenuta completamente infondata. La Cliente, allora, agiva nei confronti del proprio legale per far dichiarare la risoluzione del contratto di prestazione professionale intercorso con lo stesso, con condanna del professionista alla restituzione dei compensi percepiti.
Il Tribunale accoglieva la richiesta della Cliente, che veniva successivamente confermata in appello. L’avvocato ricorreva perciò per cassazione, chiedendo la riforma della pronuncia con rigetto delle domande giudiziali formulate dalla ex Cliente, in quanto quest’ultima sarebbe stata ben consapevole della infondatezza della causa, che sarebbe stata incardinata al solo fine di indurre la controparte alla firma di un accordo transattivo.
La Suprema Corte nel caso oggetto d’esame è rimasta nel solco del proprio orientamento, partendo dal fondamentale rilievo che nell’istruttoria in primo grado era emerso che – al contrario di quanto sostenuto dall’avvocato – la causa non era stata introdotta a fronte dell’irremovibile volere della Cliente, che a detta del legale sarebbe però stata informata della sua infondatezza: al contrario, era stata proprio il professionista a spingere l’Assistita a convenire la controparte in giudizio.
Al contempo la Cassazione ha rilevato che l’avvocato, oltre ad essere tenuto ad astenersi dal consigliare azioni inutilmente gravose e ad informare il cliente sulle caratteristiche della controversia e sulle possibili soluzioni, è altresì obbligato a tentare in ogni modo di dissuadere il Cliente dall’incardinare azioni che sappia infondate.
La ragione di tale obbligo dell’avvocato è evidente: il legale, infatti, oltre a difendere il proprio Assistito – in adempimento al suo principale, nonché fondamentale, dovere – è altresì chiamato a collaborare con il giudice affinché la Giustizia (quella con la lettera maiuscola) possa essere correttamente amministrata, nell’interesse dell’intera collettività.
Avv. Mattia Tacchini
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