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Proiezione "Un altro mondo"

Proiezione del film/documentario domenica 24 gennaio 2016 alla sala del cinema Oratorio di Omegna alle ore 17.00, del regista Thomas Torelli

Omegna
Proiezione "Un altro mondo"
Un altro mondo: intervista al regista Thomas Torelli

Torniamo a parlare di Un altro mondo, fresco vincitore dell’ultima edizione del Clorofilla Film Festival, e lo facciamo con il regista Thomas Torelli che in un’intervista racconta la lavorazione del suo documentario.
Come, perché e quando è nata l’idea di Un altro mondo?

Ci sono diversi fattori che hanno contribuito alla creazione di questo progetto. La mia infanzia non facilissima mi ha reso una persona intraprendente che vede sempre il bicchiere mezzo pieno e non si accontenta di risposte facili. Le mie passioni adolescenziali mi hanno portato a intraprendere la carriera di fotografo e poi regista, un modo per cercare di raccontare l’immaginario che mi interessa.

Ho quindi sentito l’esigenza di trattare in maniera corretta alcuni di temi al quale sono profondamente legato, in quanto su internet le informazioni che trovavo erano sempre un po’ naif e creavano dubbi e confusione invece di rispondere a delle domande.

Quando si parla di fisica quantistica, di interconnessione, si parla anche di vita, e di quotidianità. Se certi messaggi vengo capiti e recepiti a pieno, possono cambiarti la vita. Io sono partito da aspetti antropologi e scientifici per dare una base solida e arrivare a tutti con un linguaggio semplice e universale.

Ci tenevo che questi messaggi arrivassero a più persone possibili. Per questo la vittoria al Clorofilla Film Festival (il festival di Legambiente) e l’essere stato selezionato tra i finalisti come uno dei migliori trenta film di tematica scientifica degli ultimi due anni nella Bienal Internacional de Cine Científico Ronda 2014, assume un valore maggiore perché danno al progetto un aura più istituzionale e ci aiutano ad arrivare a più persone possibili. L’ultimo fattore, ma il più importante, è stata la morte improvvisa di mio padre: comprendere il senso della morte è diventato per me indispensabile e questo film è riuscito a darmi delle risposte.

Come ti sei preparato per affrontare temi e argomenti così complessi?

Studiando tanto, leggendo e partecipando a convegni, intervistando persone che vivono di questi argomenti, veri e propri luminari. E facendo mio un detto: la passione è il 90% del talento.

Quale tra le grandi personalità che hai intervistato ti ha maggiormente affascinato?

Per un motivo o l’altro, tutti. Ognuno mi ha dato qualcosa, mi ha reso partecipe del suo sapere.
Quali sono le difficoltà che hai incontrato nel realizzare tecnicamente e narrativamente Un altro mondo?

Narrativamente l’ostacolo più grande è stato quello di trovare un percorso e un linguaggio universale ma accessibile a tutti, non solo agli addetti ai lavori; trattando argomenti che potrebbero essere visti come “new age” (nel senso dispregiativo del termine), il rischio di cadere nella banalità era elevato. Tecnicamente il problema principale è stato quello di spostarsi e girare in tre diversi continenti con un budget limitato, e far combaciare i tempi di ogni persona coinvolta nel progetto con quelli stretti della produzione.

Come Own Air ha contribuito al progetto?
Il contributo principale è stato tecnico, in quanto si è occupata dello streaming per la campagna IndieGoGo, indispensabile per tutti coloro che ci hanno sostenuto nella campagna di crowdfunding. Senza dimenticare l’aspetto economico: ogni percentuale del progetto deve ringraziare qualcuno. In questo caso Own Air ha dato il suo apporto, veramente molto gradito.

Quali sono stati e quali saranno i tuoi impegni futuri da regista e produttore?
Serial Killers, che parla del eccessivo consumo di carne nel mondo e dei danni da esso derivati, è in fase di montaggio. Un progetto su Tesla e le energie alternative è in fase di ricerca fondi, mentre uno su Venezia è in fase di scrittura. Insomma, sono felicemente molto occupato.



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