La frase può infatti essere letta con due interpretazioni differenti: la prima, rassegnata, “Un altro Natale, maledizione, non se ne può più!”.
La seconda, propositiva, “Quest’anno voglio che sia un altro Natale, diverso dagli altri”. In Sedaris, un severissimo critico recensisce tre rappresentazioni teatrali di argomento natalizio e le stronca con l’abituale ferocia; e non importa se si tratta di recite messe in piedi da bambini di scuola media o addirittura elementare. Nel racconto di Auster, uno scrittore va in crisi perché non è in grado di inventarsi una storia decente sul Natale, finché un suo amico tabaccaio non gliene racconta una strepitosa, basata su uno strano impasto di buoni sentimenti e desiderio di fregare il prossimo.
Insofferenza per i soliti polpettoni natalizi – culinari e teatrali – nel primo; voglia di evitare i clichè letterari legati alle feste di fine anno nel secondo. In entrambi i casi, un fantasma perseguita gli scrittori alle prese col Natale: quello di Scrooge, il personaggio di Dickens, protagonista della novella di Natale per eccellenza. E per sfuggire a questo fantasma nasce appunto Un altro Natale, dove le storie si intrecciano alle sarcastiche digressioni di Stefano Benni e alle candide rime di Gianni Rodari. Tra le parole e le consuete note musicali, che caratterizzano ogni folle spettacolo, il pubblico potrà vivere e regalarsi finalmente un altro Natale, diverso dal solito.