Dal sito rsi.ch
I lavoratori frontalieri non causerebbero effetti al tasso di disoccupazione in Ticino e in Svizzera: lo sostiene uno studio dell'Istituto di ricerche economiche dell'Università della Svizzera italiana (IRE), pubblicato da la Regione martedì.
"Non si riscontra – si legge nel documento – alcuna prova che l'impiego di lavoratori frontalieri abbia aumentato il rischio di disoccupazione dei lavoratori nativi". Lo studio, commissionato dalla Segreteria di Stato dell’economia, è stato svolto sottoponendo a un sondaggio 328 aziende di tutto il Ticino, usando criteri simili alle indagini di livello nazionale.
Intanto il deputato verde Sergio Savoia sul suo blog ha criticato lo studio e, in un'interrogazione al Consiglio di Stato, firmata anche dal democentrista Marco Chiesa, chiede se il Governo condivida il metodo usato per raccogliere i dati. "Intervistare chi si avvantaggia del lavoro frontaliero — scrive Savoia — costituisce una base scientifica sufficiente per avvalorare questa tesi?".
La Lega dei Ticinesi nel pomeriggio ha pure inoltrato una mozione, firmata da Daniele Caverzasio, con la quale si arriva addirittura a chiedere la chiusura dell’istituto.
Frontalieri non incidono su disoccupazione svizzera
Uno studio dell'IRE (Università della Svizzera italiana) sostiene che i lavoratori frontalieri non incidono sulla disoccupazione. Subito arrivano critiche e polemiche.
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1 commento Aggiungi il tuo
Sono in parte daccordo con i politici CH, lo studio era ed è perfettamente Inutile anche perché lo tutti anche l'ultimo delle menti semplici CH che la loro disoccupazione è e rimane cronica e che senza i frontaliers la loro economia insieme al loro benessere e privilegi vari crollerebbe.
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