La Commissione Internazionale per la pesca nelle acque italo svizzere, riunitasi a Locarno in via plenaria, ha espresso tutta la sua preoccupazione per gli annunciati, imminenti lavori di bonifica al sito Enichem di Pieve Vergonte, fonte del pesante inquinamento di DDT che negli anni ’90 obbligò a sospendere la pesca per quasi tutte le specie ittiche del Lago Maggiore, divieti che ancora parzialmente permangono in Italia.
Al termine dei lavori è stato redatto un documento sottoscritto dal commissario italiano on. Marco Zacchera e da quello svizzero dr. Erich Staub ed inviato ufficialmente ai due governi, alle regioni e province interessate ed agli Enti locali cointeressati.
“La bonifica è sicuramente un fatto positivo – spiega Marco Zacchera – ma gli interventi tesi a spostare l’attuale alveo del Rio Marmazza, affluente del Toce, nonché di escavazione dei suoli per la bonifica del sito industriale, prevedendo la movimentazione di terreni storicamente contaminati, espongono al rischio concreto di rimettere in circolo DDT ed altre sostanze chimiche. In effetti questi composti, liberati dal dilavamento di piogge intense, senza le opportune prevenzioni raggiungerebbero immediatamente il Toce e di qui il Lago Maggiore. Da quasi un anno chiediamo chiarimenti e sollecitiamo risposte – ricorda Zacchera – ma sembra esserci un silenzio generale delle istituzioni preposte per un problema che invece può rilevarsi molto grave sia per la salute che per la qualità delle acque e la pesca.”
“Per questo - insiste Zacchera - la Commissione italo svizzera chiede di essere messa a conoscenza dei programmi di controllo non solo lungo il Toce ma anche nel lago e soprattutto di poter condividerne i risultati, oltre a coinvolgere gli enti locali ad evitare e prevenire un disastro ambientale memori di ciò che è accaduto in passato e che concretamente rischia di ripetersi. Ci auguriamo che questo passo ufficiale della Commissione internazionale porti almeno ad un dibattito sulla questione e soprattutto a prendere tutte le misure di prevenzione necessarie ed opportune”.
Lettera della Commissione alle autorità italiane e svizzere:
Oggetto: Esposto sui rischi di inquinamento da DDT nel popolamento ittico del Lago Maggiore a seguito delle operazioni di bonifica nel sito di Pieve Vergonte
Egregi signori,
la Commissione italo svizzera per la pesca, cui spetta il compito di regolamentare la gestione della pesca nelle acque comuni ai sensi della Convenzione tra i due Stati (Legge 22.11.88 n. 530), nella sua seduta ordinaria del 15 giugno 2015 ha appreso con soddisfazione che a breve dovrebbe iniziare la bonifica per l’area ex Enichem di Pieve Vergonte e che in questa prima fase, tra i vari interventi previsti, verrebbe realizzato lo spostamento del Torrente Marmazza nel suo alveo originario.
Nel corso della discussione tuttavia sono emerse forti preoccupazioni perché i lavori in quell’area potrebbero costituire, con la continua e massiva movimentazione dei terreni, una nuova sorgente di DDT e di altre sostanze e/o composti pericolosi e bioaccumulabili nel sistema idrico. Il pericolo è reale. Infatti, come è stato più volte rimarcato dalle indagini della Commissione internazionale per la protezione delle acque italo svizzere (CIPAIS) attivate fin dal 1998 e tuttora in corso, durante le piene e in caso di forti precipitazioni il dilavamento dell’alveo fluviale ricostruito e dei materiali terrosi movimentati consentirà la rimessa in circolo dell’insetticida nel sistema idrico a valle, dal Toce al Lago Maggiore. E’ infatti ragionevole ritenere che tali terreni, così come quelli movimentati per le altre operazioni di bonifica, siano fortemente inquinati avendo assorbito per diversi decenni DDT e altri contaminanti, ancora oggi non sufficientemente degradati.
Se ciò accadesse ritorneremmo alla drammatica situazione già vissuta dal giugno 1996 fino a metà degli anni 2000 con il blocco totale della pesca professionale nel lago conseguente al divieto di consumo alimentare umano delle principali specie ittiche commerciali quali i coregoni (bondella e lavarello), nonché l’agone tuttora proibito alla pesca da ben 18 anni per il tenore di DDT nelle sue carni superiore ai limiti della normativa italiana. Gli stessi coregoni presentano ancora oggi contenuti dell’insetticida appena al di sotto dei limiti, rimanendo quindi fortemente esposti al rischio di un loro superamento nel caso arrivasse al lago un carico anche minimo di inquinanti.
Poiché ci risulta che saranno il Ministero dell’Ambiente e la Regione Piemonte ad avere la regia e la responsabilità di tali interventi ci sembra giusto ed indispensabile essere formalmente rassicurati su quanto sopra, sicuri che le Autorità politiche e di governo ben comprendono la delicatezza e l’importanza di questa questione. Ciò anche perché il Commissario italiano aveva già sollecitato un intervento ad alcuni Enti in indirizzo, ma non gli erano state date risposte e questo silenzio ha aumentato le preoccupazioni della Commissione Internazionale.
Chiediamo quindi che ci vengano illustrati i progetti, la tempistica dei lavori e i programmi dei controlli ambientali, indicando le sostanze indagate, le stazioni di campionamento e le cadenze temporali, con particolare e doverosa attenzione alla salvaguardia del Lago Maggiore e del suo popolamento ittico.
In attesa di risposte e di un incontro porgiamo distinti saluti.
Commissario italiano on. Marco Zacchera
Commissario svizzero dr. Erich Staub