Il Comitato Comunità della Bassa Ossola (CBO) nato di recente, gennaio 2023, si prefigge lo scopo primario di difendere la qualità della vita e gli interessi degli abitanti della Comunità che fanno parte del territorio della Bassa Ossola, alle porte del Parco Nazionale della Valgrande, in provincia del Verbano Cusio Ossola.
La costituzione improvvisa del Comitato si è resa necessaria per contrastare in ogni modo la realizzazione del progetto dell’impianto di Premosello, un biodigestore per la produzione di biogas e compost, alimentato con rifiuti organici (FORSU) e sfalci verdi, in una area che si colloca a pochissima distanza, meno di 500 mt, dalle aree abitate. Favorevoli ed ideatori del progetto i vertici del Consorzio Rifiuti, ente di diritto pubblico in cui convergono i 74 comuni della provincia del Verbano Cusio Ossola per il coordinamento dei servizi di igiene urbana e CONSER VCO, ossia l’azienda di trasporto rifiuti.
Il Comitato ha dunque immediatamente cercato di comprendere, non appena appresa la notizia a fine gennaio 2023, quali effetti questo progetto potesse avere sia sugli abitanti, a livello di salute, quanto sull’ambiente circostante, e soprattutto si è interrogato a lungo sulla reale necessità dello stesso impianto, al fine di poterne calcolare, con estrema oggettività, il rapporto rischi-benefici per la popolazione residente.
L’area sulla quale dovrebbe sorgere l’impianto è un ex poligono militare aperto situato tra le frazioni di Cuzzago (comune di Premosello Chiovenda) e Nibbio (comune di Mergozzo) dismesso da anni e trasferito a titolo gratuito nel 2017 al comune di Premosello Chiovenda dall’Agenzia del Demanio. I terreni sono stati “offerti” al Consorzio dei Rifiuti dallo stesso comune di Premosello in pre-dissesto finanziario.
Ma al di là della zona che parrebbe inidonea alla realizzazione del progetto, di seguito le ragioni, il Comitato Comunità Della Bassa Ossola, ha raccolto dati interessanti che evidenziano l’inutilità del progetto stesso per gli abitanti e tutti gli svantaggi, che se realizzato, andrebbe a causare al benessere della comunità stessa.
Inutile perché? Ce lo spiega Il Comitato stesso: “L’impianto per il trattamento dei rifiuti finalizzato alla produzione di biometano e compost avrà una capacità massima di smaltimento di 26 mila t/anno a fronte di una produzione totale di FORSU, verde fanghi per l’intera provincia di 17 mila t/anno. Viene da chiedersi, dunque in primis, quale sarà la provenienza della quantità “mancante”? Altri aspetti rilevanti che ci fanno propendere per un NO convinto sono: l’emissione di cattivi odori, la proliferazione incontrollata degli insetti, l’ aumento inevitabile del traffico specie dei mezzi pesanti con conseguente aumento dell’inquinamento, l’ utilizzo di acqua in un’area con notevoli criticità idriche, i possibili sversamenti di percolato con conseguente inquinamento delle falde acquifere, il rischio di incendi e di esplosioni, ricordiamo che l’impianto verrà costruito a ridosso di un versante montuoso facente parte del Parco Nazionale della Valgrande ,oltre al rischio geologico, versante montano instabile ove verrà collocato, e cosa non di poco conto ricadute negative sul turismo”.
Se tutto ciò non bastasse, aggiungono per farci un quadro completo, la realizzazione dell’impianto porta con sé anche notevoli problemi economici, che avranno ricadute inevitabili sulle tasche dei residenti.
L’impianto, infatti, ci spiegano: “avrebbe dovuto essere costruito da CONSER VCO SPA su incarico del Consorzio Rifiuti del VCO, utilizzando fondi del PNRR per un importo approssimativo di 20 milioni di euro, salvo poi vedere un incremento del costo già preventivato fino ad arrivare ad un costo totale pari a quasi 40 milioni di euro (compreso interesse prestito), dovuto da un lato ai rincari dei prezzi delle materie prime, ma soprattutto ad un progetto che ad oggi risulta incompleto ed approssimativo che non ha tenuto conto di tantissime variabili e che probabilmente andrà ancora ad aumentare nei costi vivi, che andrebbero ben oltre la copertura fondi, e chi pagherà questa differenza se non il cittadino con un aumento delle tasse? Oltre alla possibilità di non veder completata l’opera nei tempi previsti dal PNRR e rischiare di dover restituire anche i soldi del finanziamento?”
Vari professionisti hanno purtroppo avvalorato le perplessità del Comitato circa i dubbi e paure per i residenti a fronte della realizzazione del biodigestore come i medici dell’ISDE (Medici per l’ambiente) che hanno confermato l’insalubrità di queste realizzazioni, sono stati inoltre effettuati anche sopralluoghi in Comuni che già hanno impianti per comprenderne i rischi, quindi le perplessità del Comitato risultano confermate da quanti già convivono ‘in casa ’ con un progetto analogo, moltissimi i documenti, che abbiamo consultato, che attestano la validità delle affermazioni qui espresse dal CBO.
“Dopo aver provato in ogni modo a far desistere i sindaci, che pur dovrebbero rappresentare il volere dei cittadini, e non avendo trovato riscontro alcuno nel buonsenso degli stessi, prima che sia troppo tardi- dicono in chiusura gli esponenti del Comitato Basso Ossola– siamo qui a chiedervi massima visibilità. Gli organi di stampa, ed i media in generale, hanno dalla loro un potere eccezionale: quello di poterci dare voce, dare voce ad un’intera Comunità che rappresentiamo e che dice con forza ‘NO all’impianto di Biodigestione di Premosello!’. Noi non stiamo mettendo in discussione la tecnologia, i rifiuti ci sono e vanno smaltiti, ma il contesto, ovvero la vicinanza dei centri abitati e l’effettiva necessità di nuovi impianti. A tal proposito la sentenza del TAR del Piemonte relativa all’impianto di Vercelli evidenzia che il fabbisogno regionale è soddisfatto con gli impianti ad oggi esistenti e già approvati, perché allora procedere? Ecco a questa domanda ci piacerebbe una volta per tutti ci rispondessero con onestà i sindaci”.
In chiusura ci chiedono di lanciare una sorta di appello: “Quello che ci sentiamo di dire alla popolazione è ‘ se qualcosa non vi convince, Informatevi sempre in prima persona, non prendete per buoni i progetti senza andare a fondo sulla reale necessità degli stessi e soprattutto valutate sempre i rischi ed i benefici di quello che vi viene proposto, giusto perché non ci si ritrovi solo con ‘fumo negli occhi’. Come Comitato studiamo da oltre 1 anno la fattibilità dello stesso e la bontà di quanto ci è stato proposto, non abbiano trovato 1 SOLO aspetto positivo per i residenti, se volete saperne di più, consultare la nostra documentazione e gli studi che sono stati fatti da vari professionisti, saremo lieti di darvi risposte, scriveteci a comitatocbo@gmail.com.
Se invece avete compreso già da queste nostre dichiarazioni l’importanza di essere parte attiva nel dire ‘NO all’impianto di Premosello’ scriveteci al fine di aggiungervi alla nostra raccolta firme. Ognuno di noi può fare la differenza per il territorio, per la propria famiglia e per le generazioni future. Non abbassiamo la testa, ma ‘lottiamo’ affinché i sindaci ci ascoltino e rispettino la volontà della nostra Comunità”.