Una parabola politica lunga mezzo secolo, che parte dalla responsabilità di dirigente nazionale dei giovani democristiani, evolve negli anni ‘70 con l’esperienza elettoralmente infelice del Movimento Politico dei Lavoratori per approdare infine convintamente e con entusiasmo nell’Ulivo di Romano Prodi e successivamente nel Partito Democratico. Rattazzi incarnava la sua idea di militanza politica nella sua attività di amministratore. Verbania prima, e Torino poi, lo hanno visto coinvolto da protagonista negli organismi comunali dove ha lasciato il segno di un impegno fortemente sostenuto da una visione etica della politica. La scuola era l’altra sua passione. Il Cobianchi di Verbania prima, e l’Avogadro di Torino poi, lo hanno visto dirigente appassionato e lungimirante, capace di dare alla scuola un ruolo nell’evoluzione sociale ed economica del paese e di farne un luogo di preparazione civile alle responsabilità della democrazia.