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Unione Industriale VCO: cauto ottimismo

Clima di cauto ottimismo tra le aziende del VCO, nonostante le incertezze legate al rincaro dell’energia, delle materie prime e della logistica, al difficile reperimento di manodopera e all’emergenza sanitaria non ancora superata. Grandi speranze nelle risorse del PNRR.

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Unione Industriale VCO: cauto ottimismo
Il 2021 appena concluso è stato l’anno della ripresa dopo il terribile shock della pandemia: già a partire da marzo dello scorso anno si è infatti registrato un progressivo rafforzamento delle aspettative delle imprese, con gli indicatori risaliti nel periodo estivo a valori tipici delle fasi espansive.

Le indagini condotte trimestralmente dall’Ufficio Studi dell’Unione Industriale del Verbano Cusio Ossola hanno confermato, anche a livello locale, questo panorama: dopo un primo trimestre interlocutorio, si è assistito a una risalita, in alcuni casi molto marcata, di tutti gli indicatori oggetto di analisi. Livelli occupazionali in crescita, significativa contrazione del ricorso alla cassa integrazione guadagni, ordinativi in aumento: tutto ciò ha determinato un saldo tra ottimisti e pessimisti con valori compresi tra 10 e 30 punti; i livelli produttivi, dopo un inizio d’anno stentato, hanno sempre fatto registrare valori in crescita; infine, buono anche il dato degli investimenti e quello della capacità produttiva.

Il positivo scenario descritto ha purtroppo subito un ridimensionamento nell’ultimo trimestre del 2021, a causa dell’impatto sull’economia di alcuni fattori quali, ad esempio, l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia e l’impennata dei costi della logistica. Il 2022, secondo l’indagine previsionale di Unione Industriale VCO, si è aperto facendo registrare un lieve raffreddamento delle attese, in linea peraltro con il trend regionale, nazionale ed europeo: la crescita dell’inflazione, l’ulteriore vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime e, in particolare, dell’energia, la continua risalita dei costi della logistica e la carenza di alcuni materiali e componenti strategici (tra gli altri quelli elettronici, la cui scarsità sta causando rallentamenti e rincari nel comparto di riferimento) influenzano in maniera non positiva le aspettative delle aziende.

Anche il nostro territorio non è indenne dagli effetti delle problematiche energetiche: “L’aumento delle bollette di energia e gas sta provocando un rallentamento della produzione e delle vendite, frenando così la ripresa – afferma il Presidente di Unione Industriale VCO, Michele Setaro, che prosegue - I costi energetici previsti per le imprese industriali nel 2022 si attestano a 37 miliardi di euro, a fronte dei 20 miliardi del 2021 e degli 8 spesi nel 2019, mentre giudichiamo al momento insufficienti le contromisure adottate dal Governo per far fronte a questa spinosa problematica”.

Ad ulteriore freno della ripresa in corso, la mancanza, che si rivela sempre più cronica, di giovani neo diplomati e di profili professionalizzanti: troppi specialisti sono introvabili per il gap di competenze, tra quelle richieste e attese dalle imprese a quelle possedute dai giovani diplomati. “Anche il VCO vive questa situazione – sostiene il Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori Matteo Cavagnino - che scontenta sia le aziende che i ragazzi. La forte vocazione manifatturiera del territorio meriterebbe che il matching tra domanda delle aziende e offerta della scuola si compisse senza troppi intoppi e difficoltà, ma purtroppo non è così. Unione Industriale, su questo fronte, sta ponendosi come trait d’union tra il mondo della scuola e l’universo produttivo”.

In ogni caso, tirando le somme, Setaro conclude che “Nonostante una situazione globale di profonda incertezza, determinata anche dal persistere dell’emergenza epidemiologica, le nostre aziende continuano a guardare al futuro con cauto ottimismo: la fiducia è motivata in grande misura dalle risorse messe a disposizione dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), inteso come chiave di volta della ripartenza, capace di avviare una vera e propria rigenerazione economica, politica, sociale e culturale. Le imprese credono molto nella sua efficacia e sono pronte a sfruttarne a pieno le potenzialità”.



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