Quaranta morti sul lavoro in Piemonte nell’ultimo anno. Almeno tre al mese. L’incidente avvenuto sabato a Torino, che ha causato la morte di tre operai edili, riaccende una problematica che anche ANCE VCO ha sempre sostenuto a gran voce: quella della sicurezza sui cantieri. Un problema complesso con numerose cause, che vede associazioni datoriali e sindacati schierati in maniera compatta nel tentativo di eliminare, o quantomeno ridurre, ogni possibile infortunio sul lavoro, con l’obiettivo di parificare la qualificazione per le imprese che realizzino lavori privati a quella prevista per le imprese attive nel settore dei lavori pubblici.
La logica del prezzo più basso non garantisce sicurezza e tantomeno qualità. Tra le azioni concrete e immediate auspicate da ANCE, una maggiore sensibilizzazione degli ordini professionali e dei committenti in merito alla scelta del contraente cui affidare la realizzazione delle opere, affinché siano imprese serie e regolarmente operanti sul mercato del lavoro.
Le imprese aderenti ad ANCE VCO, o comunque le imprese ben strutturate e con una storicità di garanzia, vengono costantemente monitorate da SPreSAL, Ispettorato del Lavoro, INAIL ed altri organi di vigilanza, ricevendo frequenti ispezioni con risultanze positive; le criticità emergono soprattutto su strutture improvvisate, laddove la formazione del personale risulti assente, il contratto edile venga eluso e le norme e dotazioni di sicurezza siano spesso sconosciute.
La qualificazione obbligatoria delle imprese sarà la grande sfida che l’Associazione Costruttori vorrà vincere; chiedendo al Governo di normare l’operatività delle aziende in edilizia, applicando norme identiche sia a chi opera su opere pubbliche che agli operatori del mercato privato. Non è sostenibile che la ripresa dell’edilizia, finanziata con soldi pubblici tramite i “bonus”, possa operare con regole differenti dalle garanzie che vengono richieste agli operatori del settore opere pubbliche.
Tra le criticità riscontrate, e messe ormai da tempo nero su bianco anche dall’Associazione Nazionale dei Costruttori Edili, la scarsità di manodopera adeguatamente formata in un settore che richiede continuo aggiornamento e una cultura della sicurezza troppo spesso mancante. Questa situazione si è acuita ulteriormente con l’introduzione dei vari bonus, provvedimenti pensati per favorire la ripartenza del settore che però, nella realtà, hanno creato terreno fertile per molte pseudo imprese improvvisate che applicano contratti non afferenti al mondo delle costruzioni e impiegano operai spesso non contrattualizzati e non specializzati.
Come ha sottolineato anche il Presidente dei costruttori edili, Gabriele Buia, infatti “basta andare in Camera di Commercio e iscriversi come costruttore edile, avendo null’altro che un ufficio e un telefono. Imprese nate dal nulla, non in grado di far fronte alle minime prescrizioni normative sulla sicurezza” a discapito di tutte quelle aziende strutturate che quotidianamente operano nel rispetto delle numerose e stringenti normative, investendo molto nella formazione del proprio personale.
L’edilizia, quindi, oggi uno dei motori trainanti della crescita economica del Paese, non può più aspettare, permettendo che il cattivo lavoro di pochi leda l’immagine di una categoria che ha voglia di ripartire nel pieno rispetto della sicurezza.