“Questo è purtroppo un tema sempre d’attualità – ha ricordato il consigliere Federico Perugini aprendo il dibattito – per quanto questo ordine del giorno sia stato ispirato da un incidente avvenuto il primo ottobre dello scorso anno, quando due trentenni persero la vita sull’A26 dopo che la loro automobile si era scontrata contro alcuni cinghiali che si trovavano sulla carreggiata. Una tragedia che noi tutti ricordiamo e che si accompagna ai danni quotidianamente portati alle coltivazioni del nostro Piemonte. Per il solo 2020 i risarcimenti ammontano a 3,1 milioni di euro, e siamo pertanto certi che una soluzione preventiva del problema degli ungulati sarebbe meno onerosa. Non si tratta però di un tema esclusivamente economico, perché sempre più agricoltori decidono di abbandonare i campi proprio a causa delle scorribande dei cinghiali. Coltivatori che sono i primi garanti dell’ambiente e che chiedono solo di poter lavorare. Con questo atto vogliamo così dare nuova forza propulsiva alle azioni di contenimento che gli assessori Protopapa per l’Agricoltura e Carosso per i Parchi hanno già adottato sui nostri territori e perché possano far comprendere al governo quanto sia necessario modernizzare una normativa che in materia di cinghiali è ferma al 1992. In ambito regionale si è recepita la sentenza 21/2021 della Corte Costituzionale che ci porterà a modificare la vigente legge regionale per ampliare la platea dei soggetti abilitati agli interventi di controllo e contenimento che garantiscono un equilibrio di convivenza tra uomo e animale nel rispetto dell’ecosistema, e non una sopraffazione negativa come quella di oggi. Un aggiornamento delle leggi vigenti è però indifferibile”.
“Ciò che affermo non è un rumore di sottofondo, una chiacchierata fatta in piazza, ma è la voce del mondo in cui opero da anni, ovvero quello agricolo – ha aggiunto il consigliere cuneese della Lega Paolo Demarchi -. Dobbiamo rispondere ai coltivatori con atti concreti: gli agricoltori non vogliono i nostri rimborsi, ma vogliono la tutela del loro lavoro quotidiano”.
“Ormai dall’inizio degli anni Novanta stiamo assistendo al proliferare di una specie non autoctona – ha sottolineato il presidente del gruppo Lega Salvini Piemonte Alberto Preioni nel suo intervento -, ma di incroci con razze dell’Est che arrivano a pesare fino a 200 chili. Questi animali vanno eradicati dalle zone agricole e urbanizzate perché non possono convivere con l’uomo. E l’unica soluzione sono i fucili di gruppi autorizzati di cacciatori. Dobbiamo abbattere gli ungulati per evitare il tracollo dell’agricoltura piemontese, che per altro sul fronte dei risarcimenti deve accontentarsi della regola europea del de minimis. Una presa di coscienza necessaria, al di là di qualunque ideologia”.
“In Piemonte abbiamo 18mila cacciatori - ha concluso il consigliere Claudio Leone, referente del Dipartimento per la gestione della fauna selvatica della Lega piemontese -, un numero bassissimo dovuto alla Legge regionale del 2018 e a tutti i limiti imposti. Questa contrazione la pagano gli automobilisti, gli allevatori e gli agricoltori. Regoliamo il contenimento senza improvvisare, rivediamo la legge con coerenza mettendo davanti a tutto la sicurezza”.
Piemonte: contenimento dei cinghiali
L’assemblea di Palazzo Lascaris ha approvato l’ordine del giorno presentato dal gruppo Lega Salvini Piemonte, con primo firmatario il consigliere Federico Perugini, in materia di “Problematiche di sicurezza e contenimento relative alla fauna selvatica”.
21 commenti Aggiungi il tuo
Da esperienze fatte nelle Marche, occorre fare attenzione perché l' eliminazione di soggetti maschi giovani può spingere le femmine di cinghiale ad aumentare naturalmente la proliferazione, ottenendo quindi l'effetto opposto al voluto. Se l: intento è quello di salvaguardare l'ambiente e gli agricoltori, e non come qualche maligno può pensare di ingraziarsi i cacciatori, occorre studiare le misure di contenimento con l'aiuto della scienza.
Ciao Vincenzocolombo.vb
non si tratta di malignità, ma di evidenza dei fatti: essendo il cinghiale una razza non autoctona, secondo te chi lo ha portato in queste zone?
non si tratta di malignità, ma di evidenza dei fatti: essendo il cinghiale una razza non autoctona, secondo te chi lo ha portato in queste zone?
Con la scienza, o senza la scienza vanno ridotti ai minimi termini e ciò vale per le zone rurali come per le città (vedi Roma) e, a quanto pare, anche le spiagge marittime. Ogni mezzo deve essere buono, cruento o meno che sia.
Ciao lupusinfabula
in base al rapporto causa/effetto, che colpa hanno i cinghiali che, loro malgrado, pagano le conseguenze, insieme agli altri esseri, delle scelleratezze di alcuni?
Sono troppi, è evidente.
Ormai lambiscono pure le aree urbane.
Come dice Lupus, ogni mezzo è buono.
La caccia produce inoltre anche ottime pietanza
Ormai lambiscono pure le aree urbane.
Come dice Lupus, ogni mezzo è buono.
La caccia produce inoltre anche ottime pietanza
Ciao Giovanni%
cioè fammi capire in nome della caccia provochiamo danni per poi degustarne le conseguenze? Mah, non ci sono altri modi?
Ciao Giovanni%
ma se fate lo stesso ragionamento anche per orsi, lupi, volpi, volatili, ecc... allora c'è da preoccuparsi seriamente!
Forse ora fa troppo caldo per una polentata, ma in effetti delle belle fette di salamino di cinghiale come di cervo e/o capriolo accompagnati da un buon bicchiere di bianco fresco e un po' mosso sono un ottimo spuntino/meren da. Comunque nulla vieta di conservanre le carni in congelatore per momenti più approppiati che ne diresti di un bel salmì?
Ciao lupusinfabula
Ci può stare... Anche un merendino è un'ottima idea. Io starei sul vino rosso comunque. Magari leggermente mosso. Così pulisce la bocca dal cinghiale....eheh
Ci può stare... Anche un merendino è un'ottima idea. Io starei sul vino rosso comunque. Magari leggermente mosso. Così pulisce la bocca dal cinghiale....eheh
In effetti la storia dei cinghiali è la riprova che quando si vuole a tutti i costi inserire in un determinato contesto specie animali, in senso lato, che con quel contesto nulla hanno a che fare il più delle volte si creano danni la cui gravità emerge e si evidenzia solo con il passare del tempo, in particolar modo se gli individui non autoctoni, che in un primo momento vengono accolti come una risorsa, sono particolamente invadenti e prolifici e le potenzialità offerte dal territorio sono sempre le medesime. Historia (...putroppo non sempre) magistra vitae!
Ciao lupusinfabula
parole sante! Però, come dicesti tu tempo addietro, i colpevoli, che appartengono ad una determinata categoria, oramai non ci sono più.... Sembra quasi una nemesi storica manzoniana, con i dovuti adattamenti, sottinteso.....
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