Perché responsabile dei reati di falsità ideologica commessa dal pubblico ufficiale in atti pubblici e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente.
L’attività è iniziata tra marzo e aprile 2020, durante il cd primo “lockdown”, nel corso dei controlli coordinati dalla Procura della Repubblica nei confronti di tutte le RSA della provincia per verificare se fossero commessi illeciti nel corso dell’emergenza sanitaria che stava provocando ovunque numerose vittime.
A Premosello C., a seguito della realizzazione di una struttura di degenza temporanea per pazienti affetti da COVID-19 presso un immobile adibito a Residenza Sanitaria Assistenziale (RSA) affidata in gestione alla società KCS di Bergamo, sono stati evidenziati alcuni passaggi che hanno portato a sviluppare l’indagine.
In quel periodo il Sindaco ha concordato con la società di gestione della RSA la realizzazione delle opere necessarie per la creazione di una struttura “COVID”, nonostante la mancanza di autorizzazione da parte della Regione Piemonte, espressamente negata, per un importo di circa 240mila euro a carico della stessa cooperativa, con la promessa che alla scadenza del contratto di gestione lo stesso Sindaco avrebbe provveduto a prorogare e affidare alla medesima KCS, senza bandire alcuna gara, la gestione per altri sei anni, nonostante la scadenza fosse prevista per il 30.9.2020.
Da quanto indebitamente promesso allora, i fatti si sono concretizzati tra agosto e settembre scorso quando, alla scadenza del contratto di gestione, il sindaco ha prorogato di sei anni tale contratto senza bandire alcuna gara.
Oltre a questo il sindaco, in concorso con la responsabile del servizio finanziario del comune, oggi indagata a piede libero, ha falsificato la data sui documenti con i quali ha prorogato l’affidamento della gestione alla KCS e sul documento con il quale ha affidato la figura professionale di direttore di struttura della RISS comunale, con oneri finanziari aggiuntivi rispetto al contratto di servizi in essere, ad una donna, dipendente della cooperativa, affidandole di fatto la direzione della struttura.
La misura cautelare degli arresti domiciliari per il Sindaco è stata richiesta in quanto proprio la disinvoltura e lo spregio delle norme di buona amministrazione con cui l’indagato ha continuato a gestire l’ente pubblico evidenziano, già di per sé, la sussistenza di un concreto rischio di reiterazione di altri reati della stessa specie nel quotidiano svolgimento del proprio incarico, cosa che comporterebbe la continua adozione di provvedimenti amministrativi, spesso caratterizzati da ampi spazi decisionali e discrezionali, e che, pertanto, ben potrebbero essere ispirati da ragioni di favoritismo nei confronti di soggetti legati da rapporti di conoscenza e frequentazione, tanto più frequenti e possibili in ambiti territoriali di limitate dimensioni quale quello in cui egli opera.
A maggior ragione in un momento di recrudescenza dell’emergenza epidemiologica, quale quello attuale, deve essere assolutamente garantita la massima trasparenza e correttezza dell’agire della P.A., scevra da ogni sospetto di parzialità e collateralismo con interessi privati.
Comandante Provinciale Carabinieri di Verbania