IL LITORALE DI SUNA E PALLANZA: CONSIDERAZIONI, QUALCHE RIFLESSIONE, PROPOSTE.
Premessa.
Il litorale di Suna e Pallanza, insieme al gigantesco tema del futuro di Acetati, è indubbiamente uno degli ambiti urbani in cui la città di Verbania giocherà il proprio futuro economico e sociale.
L’Associazione BICINCITTA,’ sempre attenta ai temi legati alla mobilità lenta, parte integrante dello sviluppo sostenibile, vuole offrire un piccolo e modesto contributo per avviare una necessaria discussione di merito e di metodo che la qualità ambientale e paesistica dell’ambito merita con la sua complessità e le sue interrelazioni sociali ed economiche.
Il contributo è diretto a tutti si soggetti culturalmente e politicamente interessati.
Inquadramento.
Crediamo utile inquadrare il tema del futuro del litorale di Pallanza e Suna con una serie di brevi considerazioni e valutazioni per tentare di dare un senso generale alle proposte e capire meglio la posta in gioco per la città.
Il rapporto di Verbania con l’acqua e il lago, ed in particolare di Intra, Pallanza e Suna, è sempre stato complesso ed articolato come la storia di molte altre città e centri lacustri: dallo sfruttamento dei corsi d’acqua come fonte energetica e componente dei processi produttivi dei primi dell’ottocento o come mezzo di trasporto (le flottazioni per il legname, il materiale lapideo lavorato, ecc), fino alla scoperta del lago e del suo litorale a partire dal seicento/settecento come spazio del loisir (luogo del tempo liberato).
E’ così che gli spazi del litorale assumono nel corso del tempo funzioni ed organizzazioni diverse, a volte spontanee, altre pianificate e progettate.
Ma è a partire dalla grande crisi industriale degli anni sessanta/settanta che sconvolge, facendolo scomparire, l’intero assetto produttivo ed economico della città nato con la rivoluzione industriale dei primi dell’800, che Verbania si pone concretamente il problema del suo rapporto con il lago ed il suo litorale nel momento in cui viene individuato come risorsa economica primaria strettamente legata al turismo e ciò avviene con diverse ed alterne consapevolezze e coerenze politiche e culturali.
Ancor più generale è il tema del paesaggio e della sua tutela e conservazione che entra nelle valutazioni di prospettiva economica dell’intera provincia, anche qui intesa come risposta alla crisi industriale ma anche come centro del dibattito urbanistico e culturale sul territorio e sul tema di uno sviluppo sostenibile.
La città riscopre così una delle sue vocazioni storiche produttive, iniziata nell’ottocento (ed ancor prima con il grand tour di intellettuali e poeti), pensando di sostituire il settore manifatturiero scomparso in città con l’attività turistica.
L’assetto del litorale, fondamentale per costruire una immagine competitiva vendibile sul mercato turistico nazionale ed internazionale, appare oggi articolato con i segni ed i resti che le diverse fasi della crescita urbana dei centri hanno costruito nel tempo tutti caratterizzati da uno spazio costretto e conteso fra lago e collina, fra lago e tessuti edilizi storici, spesso come spazio di risulta come larga parte dei centri rivieraschi del lago.
All’interno di questo spazio si concentrano molte delle funzioni ed attività che ne caratterizzano positivamente e negativamente l’immagine complessiva, l’uso e la percezione: la grande viabilità di attraversamento (ancora operante per Intra, superata dalla “variante” alla statale per Pallanza e Suna), molte attività commerciali ed economiche (in particolare la ristorazione), la quasi totalità delle strutture turistico ricettive della città, le aree verdi ed i giardini, le infrastrutture per il trasporto lacuale.
Sull’intero litorale si affacciano i fitti tessuti storici settecenteschi ed ottocenteschi dei tre centri e tra un centro e l’altro le ville borghesi con parchi e giardini del primo ottocento con valori ambientali, paesistici ed architettonici tra i più significativi dell’intero lago.
Ma i singoli litorali si caratterizzano diversamente in relazione alla loro storia, al ruolo urbano di ogni singolo centro, ai caratteri ambientali, alle preesistenze nonché alla morfologia del litorale e delle aree libere.
Intra con il suo waterfront urbano costruito nell’ottocento e novecento (nonostante qualche spregiudicata e grave alterazione degli anni sessanta e qualche bella “lezione” razionalista degli anni trenta), privo di specifiche connotazioni ambientali e paesistiche influenzate dal carattere produttivo industriale del suo entroterra e del suo stesso centro storico: i due porti, i due imbarcaderi, il maggior centro commerciale naturale della città che determina fabbisogni di consistenti aree di sosta occupando porzioni consistenti della fascia lago, infine una viabilità di attraversamento che condiziona pesantemente il suo rapporto con il litorale mai strutturata per una mobilità lenta (nonostante numerosi interventi di messa in sicurezza).
Pallanza rappresenta uno degli spazi urbani paesisticamente più qualificati della città per il suo affaccio sul golfo Borromeo, e conseguentemente il litorale storicamente più vocato e costruito dalle strutture ricettive turistiche liberate negli anni sessanta dal traffico di attraversamento. E’ stato oggetto di numerosi interventi di riqualificazione senza però mai raggiungere una definizione qualitativa in grado di esprimere una “idea” generale di litorale del loisir. Gli intenti di valorizzazione non hanno sortito effetti significativi capaci di dare una capacità attrattiva efficace dal punto di vista ambientale e paesistico in quanto inalterati gli elementi strutturali negativi quali la struttura viaria ante variante, grandi aree destinate a parcheggi, inadeguati spazi pedonali ed una accessibilità tutta legata al traffico veicolare. Mai si è posto l’obiettivo di formulare un piano generale per una reale riqualificazione che abbia il fulcro centrale nella pedonalizzazione delle parti più significative e la valorizzazione ambientale e paesistica. La cattiva realizzazione del percorso ciclopedonale di Via Vittorio Veneto completa il quadro di una occasione mancata a fronte di un’ottima intuizione politica.
Suna, grazie alla morfologia del suo litorale, alle preesistenze edilizie e ad una esposizione particolarmente felice si è caratterizzata negli ultimi anni come sede della movida serale favorita dalle continue iniziative che hanno accentuato la creazione e la percezione di un “sistema” e di una reciproca economia di scala.
Obiettivi di breve termine:
E’ una vecchia concezione degli anni settanta (conservatrice e populista) pensare che le aree centrali delle città debbano essere servite da parcheggi.
Concezione che si opponeva allora alla pedonalizzazione dei centri storici invocando la sopravvivenza delle attività commerciali (con la storia che ha poi dimostrato il contrario).
La politica delle smart city non è quella di portare nei centri storici o nelle aree sensibili i flussi traffico o di realizzarci i parcheggi, ma è quella di allontanarli dal centro concentrando nelle aree periferiche le aree di sosta e parcheggi per trasferire gli utenti sul servizio di trasporto pubblico.
La recente scelta di incrementare l’offerta di sosta lungo il litorale va in direzione opposta e contraria perché aumenta il traffico di attesa in considerazione dell’aspettativa da parte di una domanda superiore alla oggettiva disponibilità di aree.
La domanda di parcheggio sull’intero litorale sta assumendo nella stagione estiva dimensioni a cui qualunque offerta reperita localmente si rivelerà insufficiente.
Pertanto gli obiettivi di breve termine potrebbero essere:
Rispondere alla domanda di accessibilità in modo coordinato ed articolato con interventi agili ed immediati mantenendo inalterate le valenze ambientali;
Dilatare gli spazi pedonali ed i dehor delle attività di ristoro per rispondere al distanziamento sociale richiesto dall’emergenza pandenica ma anche per avviare il processo di riqualificazione ambientale del lungolago;
Salvaguardare le esigenze e la qualità di vita dei residenti rispettando e soddisfacendo i fabbisogni di sosta e parcheggio dei residenti (da non confondere con una facile trasposizione sovranista tipo “prima i sunesi”);
Obiettivi di medio-lungo termine:
Considerare i valori ambientali e paesistici del lungolago come risorsa primaria da tutelare e proteggere;
Conciliare un’accessibilità diffusa e non penalizzante le potenzialità turistico ricettive ed i caratteri ambientali e paesistici del litorale;
Valorizzare e potenziare la capacità attrattiva del litorale e delle sue attività turistico ricettive e di ristoro esaltando i valori ambientali e trattandoli come unicum prezioso e sensibile;
Privilegiare modalità sostenibili di accesso e fruibilità (come in tutte le aree ambientalmente sensibili);
Potenziare le aree della pedonalità e del verde in modo strutturale e permanente;
Dimensionare la viabilità esistente alle caratteristiche ambientali ed alle esigenze viarie reali del traffico locale;
Soddisfare il crescente fabbisogno di accessibilità in modo articolato, multifunzionale e sostenibile.
Proposte operative di breve termine:
Mantenere i due sensi di marcia sull’intero litorale per non ridurre il livello di l’accessibilità conservando le aree pedonali già individuate ed istituite a Pallanza;
Ridurre la carreggiata a ml 5,50 con segnaletica orizzontale (categoria “F” Ambito Urbano di cui al D.M. 6792/2001), su tutta la viabilità del litorale (dalla intersezione con la Via Castelli fino al semaforo della Beata Giovannina), considerando che le carreggiate attuali sono di almeno ml 8,00 fino ad arrivare in alcuni punti a 9,00 ml ed in altri anche a ml 13,00 (identica alla vecchia statale precedente alla realizzazione della Variante degli sessanta);
Istituire una “zona 30” sull’intero litorale a partire dalla Villa Taranto fino al semaforo della Beata Giovannina;
In attesa di rendere strutturale il limite di velocità con la modifica delle caratteristiche fisiche delle strada ed al fine quindi di rendere efficace e rispettato il limite dei 30 km/h disincentivando altresì il traffico passivo di passaggio, attrezzare l’intero lungolago con “auto velox” a partire dalla Villa Taranto fino al semaforo della Beata Giovannina (la velocità è determinate per influire sulla pericolosità, sull’inquinamento ma soprattutto sulla rumorosità del traffico, e questi tre elementi sono fondamentali nella formazione e percezione della qualità ambientale);
Con una larghezza variabile in funzione della sezione della carreggiata, allargare il percorso pedonale a lago, con segnaletica orizzontale (a partire dalla intersezione con la Via Pasubio fino all’ingresso della ex Colonia Solare all’altezza del Vicolo Cuzzi recuperando l’intero margine stradale), per realizzare un percorso ciclabile bidirezionale di larghezza di ml 2,50; la parte di carreggiata eccedente viene aggiunta alla parte pedonale; il tutto realizzato attraverso segnaletica orizzontale;
Prolungare il percorso ciclabile bidirezionale lato lago di ml 2,50 fino al semaforo della Beata Giovannina con segnaletica orizzontale;
Conservare il parcheggio esistente lungo la Via Troubetzkoy (trasformandolo in alcuni punti da parcheggio a pettine a parcheggio lineare), con una larghezza di ml 2,00 (come da norma);
Considerando l’enorme sproporzione fra l’entità della domanda di sosta espressa dalla movida serale e la disponibilità delle aree destinabili a parcheggi pubblici (anche a costo di un grave abbassamento della qualità ambientale del litorale), destinare tutte le aree a parcheggio esistenti (al netto di quelle destinate ai nuovi dehor delle attività di ristoro), di fronte al centro storico di Suna e lungo la Via Troubetzkoy fino alla intersezione con la Via Pasubio ai soli residenti, portatori di handicap, ospiti delle strutture turistico ricettive esistenti in prossimità del litorale ed al carico/scarico delle attività commerciali; solo dopo aver accertato il pieno soddisfacimento del fabbisogno di parcheggio dei soggetti soprariportati attraverso la verifica dello stato di occupazione nelle ore notturne, si potrà pensare di liberalizzare anche ad altri soggetti l’uso degli stalli lungo la Via Troubetzkoy dalla ex Colonia Solare all’incrocio con la Via Pasubio;
Mettere in rete i grandi parcheggi pubblici o di uso pubblico esistenti nell’entroterra del litorale, in gran parte sottoutilizzati nelle ore serali e notturne, quali: il parcheggio della ex LiDL (85 p.a.), cimitero di Suna (50 p.a.), Liceo Cavalieri (60 p.a.), Via Unità d’Italia (100 p.a.), nuova LiDL (75 p.a.), Esselunga (400 p.a. in superficie), pesa pubblica di Via Vittorio Veneto (30 p.a.), Villa Taranto (70 p.a.), lungolago Giovanni Palatucci (100 p.a.), Centro Eventi il Maggiore (80 p.a.), Flaim e Via Ugo Sironi (200 p.a.); (utile ed interessante sarebbe il recupero ad uso pubblico anche dell’area di Via Castelli angolo Via De Marchi e Via Crocetta, anche provvisoriamente ed allo stato in cui si trova, già vincolata dal PRGC ad area a parcheggio pubblico di circa 2.000, molto strategica per il lungolago, che consentirebbe di ospitare oltre 50 posti auto);
La messa in rete verrebbe attuata attraverso l’attivazione di un servizio gratuito di trasporto pubblico nelle ore del tardo pomeriggio fino a notte inoltrata: una prima rete circolare in senso orario potrebbe servire l’intero litorale a partire dal palazzo Flaim fino alla Beata Giovannina lungo il litorale con ritorno lungo la statale; una seconda rete circolare in senso antiorario al servizio di Pallanza e Suna partendo dal Tribunale, Corso Nazioni Unite, Via Gorizia, Via Trento, Via Troubetzkoy, Via Castelli, Piazza Gramsci, Viale Azari, Tribunale;
Ipotizzando una disponibilità serale media del 50% sui 1.250 posti auto esistenti, verrebbero messi in campo con il servizio di trasporto pubblico gratuito 625 parcheggi (quattro volte i 150 ipotizzati con il senso unico ed i parcheggi in linea lungo la Via Troubetzkoy).
Proposte operative di medio-lungo termine:
Le proposte operative di medio-lungo termine sono tutte conseguenti agli obiettivi generali sopra elencati ed alle proposte di breve-medio termine con carattere di urgenza e provvisorietà.
Prioritario redigere un Progetto Generale organico del lungo lago di Pallanza e Suna a partire dalla Villa Taranto fino alla Beata Giovannina che comprenda l’insieme delle cose elencate ed accennate nei punti precedenti (uscendo dalla logica perversa ed improduttiva degli interventi spot).
Detto Progetto generale, data l’ampiezza ed il notevole impegno finanziario ed esecutivo non potrà che essere accompagnato da un Piano Pluriennale di Attuazione.
Il tema dell’accessibilità all’intero litorale a partire dalla Villa Taranto fino alla Beata Giovannina deve meritare un’attenta analisi di merito e di metodo alla luce degli obiettivi di carattere generale ed ai valori ambientali e paesistici in campo (e non è certamente questa la sede).
Accessibilità che dovrà essere parte integrante e sostanziale nel Progetto Generale e nel Programma Pluriennale di Attuazione in quanto strettamente legato ed interconnesso a tutti i contenuti e a tutti gli interventi previsti e prevedibili di riqualificazione del lungolago (nessuno escluso), e la cui definizione e modalità puntuale determina inevitabilmente e condiziona in modo pesante la qualità complessiva fisica ed ambientale dell’intero sistema urbano, paesistico e naturale del litorale alla quale Verbania affida molta parte della sua attrattività turistica in un quadro nazionale ed internazionale fortemente competitivo.
Il tutto considerando quanto già realizzato di positivo e qualificato nei centri rivieraschi del lago ed anche quanto realizzato in località analoghe in Europa in cui è stata privilegiata la pedonalità, la marginalizzazione e riduzione del traffico veicolare privato e l’utilizzo prevalente del trasporto pubblico ecologicamente compatibile come mezzo principale ed unico di accesso.
Considerando anche gli andamenti del fabbisogno e dei flussi nelle diverse stagioni dell’anno che possono differenziare in modo sostanziale la modalità e l’intensità del servizio compatibilmente con le strutture turistico ricettive e con la presenza di servizi pubblici urbani quali la sede municipale.
E considerando anche la necessità di rendere ambientalmente “strutturali” alcuni esperimenti di pedonalizzazione di alcune porzioni di lungolago che hanno visto un successo di utenza riscontrata solamente in occasione di eventi di grande attrattività.
In generale l’accessibilità del traffico veicolare privato sull’intero litorale a partire dalla Villa Giulia fino alla Beata Giovannina (quello lungo la Via Vittorio Veneto dovrebbe essere limitata ai soli residenti ed agli ospiti delle strutture turistico ricettive), e deve essere consentito ad un traffico veicolare a bassa velocità (30 kmh) fisicamente “ospite” di uno spazio prevalentemente pedonale attrezzato con autovelox.
I contenuti (tutti ovviamente suscettibili di consistenti variazioni ed integrazioni in relazione agli approfondimenti disciplinari e progettuali a seguito della redazione del Progetto Generale), possono essere così ipotizzabili:
Lungo la Via Vittorio Veneto:
variare le pavimentazioni esistenti esclusivamente bituminose con diversificazioni di vario genere (lapidee e non) come trattamento identificativo ed ambientamento in corrispondenza di slarghi pedonali e preesistenze ambientali significative (intersezioni ed ingressi di ville) eliminando i dossi artificiali (in analogia a quanto già realizzato con le “calate” dei percorsi provenienti da monte in Viale delle Magnolie);
introduzione di arredi ed alberature che rendano evidente il carattere di “spazio” pedonale ospitante flussi veicolari particolari (residenti e clienti delle attrezzature ricettive);
Lungolago di Pallanza:
ridefinire l’intera dotazione di aree a parcheggio pubblico privilegiando in prima istanza: i residenti, i portatori di handicap, carico/scarico delle attività commerciali e turistiche (il cui fabbisogno dovrà essere determinato con indagini mirate quali rilievi notturni, questionari diretti, ecc);
realizzare un’autosilos multipiano nell’area a monte della Villa Giulia, già destinata dal PRGC vigente ad area a servizi pubblici per parcheggio pubblico (da molti anni in completo stato di abbandono e degrado), valutando anche eventuali sinergie pubblico/privato per il reperimento degli standard nell’attuazione degli interventi di recupero degli insediamenti turistico ricettivi dell’Eden e di Villa Tilde (i cui caratteri ambientali e paesistici possono rendere difficoltose le autorizzazioni e quindi la realizzazione di aree a servizi), nonché le stesse attrezzature ricettive esistenti sul lungolago completamente prive di aree da destinare a parcheggio;
individuare aree a parcheggio multipiano per residenti nell’area di Via Manzoni angolo Via Albertazzi capace di una capacità tra i 30 ed i 50 posti auto (da vincolare con variante al PRGC vigente);
ridurre il parcheggio di Largo Tonolli per destinarlo ai soli soggetti privilegiati individuati (residenti, portatori di handicap, carico/scarico delle attività commerciali e turistiche) riambientando l’intera area con piantumazioni e pavimentazioni nelle aree pedonalizzate;
definire un’area a parcheggio pubblico a pagamento al servizio degli utenti della sede municipale che potrebbe essere individuata anche nella sola Piazza Garibaldi opportunamente riambientata con piantumazioni;
realizzare un autosilo multipiano (3/4 livelli di cui uno interrato), nell’area di Via Castelli angolo Via De Marchi e Via Crocetta, già vincolato dal PRGC vigente, capace di circa 180/240 posti auto, in grado di soddisfare il fabbisogno delle strutture ricettive del lungolago oltre ad una parte dei fruitori dello stesso;
accertare possibilità di sinergie pubblico/privato per la realizzazione di un’autosilos completamente interrato in Piazza Gramsci insieme all’ex cinema Sociale;
recuperare ad aree verdi, giardini e spazi pedonali anche pavimentati le aree a parcheggio pubblico esistente lungo Viale delle Magnolie, di fronte alla chiesa di San Leonardo e a fianco dell’imbarcadero;
ampliare la passeggiata a lago tra Villa Giulia e Corso Tonolli con sezioni non inferiori a 8/10 ml (in analogia a molte altre passeggiate su litorali oltreché necessario per definirsi tale);
ridurre la sezione carraia di Viale delle Magnolie e corso Tonolli a ml 5,50;
realizzare due percorsi ciclabili monodirezionali su entrambi i lati della carreggiata di larghezza di ml 1,25;
ridefinire adeguatamente nella posizione e nella dimensione le aree da destinare a dehors dei numerosi locali che prospettano lungo il Viale delle Magnolie la cui attuale localizzazione impedisce la realizzazione di un percorso ciclabile bidirezionale lato lago;
Via Troubetzkoy:
ridurre la sezione carraia da Corso Tonolli alla Beata Giovannina a ml 5,50;
individuare un percorso ciclabile bidirezionale di ml 2,50 lato lago;
eliminare le aree a parcheggio pubblico a nastro lungo tutto lo sviluppo dei Via Troubetzkoy a partire dalla intersezione con Via Castelli fino alla intersezione con Via Cuzzi (ingresso ex Colonia Solare), lasciando alcuni tratti in linea destinati a residenti e portatori di handicap;
allargare la passeggiata (oggi con la sezione di un “marciapiede largo”), a partire dalla intersezione sulla Via Castelli fino alla Canottieri di Suna recuperando tutta la riduzione operata sulla carreggiata al netto del percorso ciclabile (che consentirebbe un allargamento compreso tra i 3,00 fino a 5,00 ml con il recupero del filare di platani al passeggio liberandone la chioma dalle costrizioni del traffico veicolare);
riqualificare le attuali pavimentazioni cementizie con materiali adeguati al contesto ambientale;
estendere all’intero litorale, come elemento caratterizzante ed identificativo, il trattamento delle pavimentazioni delle vie provenienti da monte con le “calate” lapidee traversali alla carreggiata, già realizzate nel tratto di Viale delle Magnolie di fronte agli alberghi, per connettersi alle pavimentazioni della passeggiata a lago riqualificata.
Conclusioni.
Le conclusioni riguardano aspetti che riteniamo importanti per avviare un processo tecnico-amministrativo in grado di raggiungere un buon risultato progettuale finale e quindi un buon risultato operativo.
Il primo elemento è una elaborazione puntuale della città degli obiettivi generali e specifici (il cui consenso non appare così scontato), consapevoli che i progetti nascono solo dalla individuazione chiara degli obiettivi da raggiungere da cui derivano funzioni, modalità organizzative, soluzioni formali.
In assenza di questo passaggio preliminare non può che nascere casualità ed improvvisazione e tale elaborazione non può che partire dalla consapevolezza condivisa, con l’apporto ed il contributo più ampio possibile, delle condizioni complessive di questa parte di territorio comunale, della sua storia, dell’analisi delle sue contraddizioni e problematicità ambientali, funzionali e logistiche, del rapporto con il suo entroterra e con i suoi abitanti e le sue attività, della individuazione sue potenzialità e dei suoi valori, del confronto aperto con situazioni urbane ed ambientali analoghe, della conoscenza di esperienze similari.
Il secondo elemento è la traduzione progettuale degli obiettivi generali e specifici attraverso lo strumento principe in casi di così ampia dimensione e portata: UN CONCORSO PUBBLICO DI IDEE PER LA RIQUALIFICAZIONE DEL LITORALE.
Infine opportuno e quanto mai inevitabile (alla luce di quanto già accaduto con la farsa del Maggiore), che sia il Progetto Generale che il Piano Pluriennale di Attuazione siano redatti ed approvati con il più ampio consenso politico, culturale e sociale poiché la sua attuazione occuperà molti anni e molte amministrazioni si succederanno.
Il successo di una tale operazione di così grande dimensione e respiro culturale e finanziario sarà quindi inevitabilmente legato al livello di consenso e condivisione con cui sarà elaborato (contrariamente proseguirà la politica degli interventi spot privi di anima e di corpo, utili solo a piantare bandierine e praticare annunci).
Luglio 2020
Associazione BICINCITTA’