Lo scopo dei test sierologici quantitativi è duplice. In prima istanza ci dicono se la persona sia stata contagiata dal virus o meno: nel primo caso ha sviluppato gli anticorpi in risposta al virus, nel secondo no. In caso di contagio, poi, ci dicono quali anticorpi siano stati prodotti dal soggetto in quel dato momento (le immunoglobuline IgM precocemente e le IgG tardivamente), consentendo così di stabilire la storia immunitaria della persona, ovvero da quanto tempo si sia contratta l'infezione e il livello di protezione sviluppato, basso se presenti le sole IgM o alto se presenti le sole IgG.
Si, perché mentre le IgM rappresentano la prima difesa rapida di bassa efficacia, le IgG rappresentano la seconda difesa ad alta efficacia in grado di neutralizzare il virus e di mantenersi nel tempo, costituendo la ben nota memoria immunitaria, anche se a oggi non è dato sapere esattamente quale sia la sua durata (si parla di circa 6-8 mesi).
Quindi, se positivi per le sole IgM risulta necessario fare il tampone molecolare perché la persona potrebbe essere portatrice senza saperlo del coronavirus, cosa invece non necessaria se il test indicasse positività alle sole IgG, che come detto sono in grado di neutralizzare il virus, anche se ancora non si sa esattamente con che titolo, cioè con quale quantità.
In ogni caso le IgG costituiscono memoria immunitaria (come detto temporanea) e certificano la non trasmissibilità del virus: in tal caso, quindi, i test sierologici offrono anche il vantaggio di risparmiare il costo del tampone molecolare, molto dispendioso.
Questa sarebbe la miglior linea sanitaria diagnostica e prognostica per il ritorno in sicurezza alla normalità delle Fasi 2 e 3, naturalmente su segnalazione del proprio medico di famiglia, il solo in grado di valutare la reale necessità per il proprio paziente di effettuare il test sierologico ed eventualmente richiedere all'ASL la necessità di effettuare il tampone di conferma.
Perché questo non viene fatto? A quanto pare perché la Regione Piemonte non è in grado di garantire alle ASL provinciali, compresa l'ASL VCO, la disponibilità dei necessari reagenti per l'effettuazione dei tamponi, cosa dimostrata dal fatto che in Piemonte, rispetto alle altre regioni del Nord, il numero di tamponi effettuati in questi 3 mesi di lock-down sia stato molto basso.
Lo Stato, a nostro avviso, dovrebbe prioritariamente stanziare fondi al Piemonte e questo alle sue ASL per l'acquisto dei reagenti per i tamponi molecolari e dei kit per i test sierologici quantitativi.
La nostra richiesta è rivolta dunque sia all'Amministrazione comunale di Verbania, nella persona del sindaco Silvia Marchionini, perché contribuisca fattivamente stanziando aiuti economici per l'effettuazione dei test sierologici sulle fasce più a rischio e quelle più esposte della cittadinanza, sia alla Regione Piemonte, nelle persone del Presidente Alberto Cirio, dell'Assessore Luigi Genesio Icardi e del nostro unico rappresentante provinciale in Consiglio regionale Alberto Preioni, perché si adoperino a stanziare i fondi per l'acquisto dei reagenti per i tamponi, ora più che mai necessari.