La carenza di Medici di Medicina Generale nel VCO è particolarmente critica ed esplode oggi in tutta la sua gravità.
All'appello mancano, infatti, diversi medici con circa 8 mila pazienti “orfani”, particolarmente nella zona che da Cannobio arriva a Baveno. Per sopperire a tale situazione l'ASL VCO ha aperto presso la sede di S. Anna un ambulatorio dedicato a tali pazienti, gestito oggi da un solo medico di medicina generale e dai medici di Continuità assistenziale (ex Guardia medica), che comunque faticano a soddisfare le loro richieste di base (visite e ricette).
Con due nuovi ingressi a dicembre a Baveno e gennaio a Cannobio i pazienti senza medico scenderanno a circa 5 mila, fatto sicuramente positivo ma che non risolve il problema, dato che nei prossimi mesi andranno in pensione altri medici e gli ingressi, al momento, non riescono a compensare le uscite. Inoltre, diversi degli attuali medici in servizio nel Verbano hanno accettato di aumentare temporaneamente il massimale degli assistiti a 1.800, cosa anche questa positiva ma con ricadute negative sulla qualità del servizio assistenziale offerto ai pazienti a causa dell’aumentato carico burocratico e lavorativo che vede i medici impegnati ben oltre le 8 ore canoniche di lavoro.
Dal canto suo l’Amministrazione comunale verbanese, sempre per fronteggiare l’emergenza, ha recentemente chiesto all’ASL un progetto per completare presto la Casa della Salute a S. Anna, visto che l’idea di costruirla ex novo al S. Rocco è stata giudicata non idonea. Nel frattempo l’aumento del carico di lavoro dei medici di base è già ora al limite e si pensa addirittura di alzarlo da 1.800 a 2.000 pazienti, cosa sostanzialmente inapplicabile vista la grande pressione della burocrazia e dei pazienti, che arrivano ad avanzare molte richieste sanitarie anche fuori dell’orario di ambulatorio e nei week end.
Questa situazione ha ormai raggiunto livelli insostenibili; mette a serio rischio il diritto alla salute dei cittadini del Verbano e più in generale di tutto il VCO. Per riuscire a farvi fronte servono - da parte delle istituzioni, delle forze politiche e della dirigenza ASL provinciale, in maniera trasversale – precisi e puntuali interventi strutturali, tesi alla risoluzione di una crisi senza precedenti. Servono quindi specifiche intese tra Regione, ASL VCO e Conferenza dei Sindaci per la formulazione di 1) politiche di salvaguardia del servizio offerto oggi dai professionisti sanitari (sgravandoli il più possibile da compiti burocratici non di loro competenza);
2) politiche d'incentivazione tese ad attrarre nuovi medici (come la messa a disposizione di sedi ambulatoriali, attrezzature e mezzi informatici a costo zero almeno per i primi anni di convenzione);
3) (ri)progettazione dell’Ospedale unico provinciale baricentrico, unica realtà nosocomiale che DEVE diventare di alto livello, al fine di essere in grado di attrarre e formare nuovi medici specializzati garantendo così a tutti i cittadini della nostra provincia una medicina ospedaliera d’eccellenza e riducendo conseguentemente le lunghissime liste d’attesa e i costosissimi gettonisti; questi ultimi sono sempre più utilizzati dalle ASL, ma con un enorme esborso di denaro non commisurato peraltro da un adeguato livello qualitativo del servizio sanitario specialistico offerto. È di fine novembre un nuovo accorato appello che va in questa direzione, sottoscritto dall’intero consiglio dell’Ordine dei Medici provinciale, insieme alle segreterie dei sindacati di categoria, e da più di cento medici, ospedalieri e non, di varie specializzazioni. https://www.verbaniamilleventi.org/nuovo-appello-dellordine-dei-medici-per-un-ospedale-nuovo-unico-e-centrale-nel-vco/ Di questi giorni, poi, è il videospot promosso dalle Associazioni di volontariato del territorio a sostegno alla proposta dei medici del VCO. https://www.facebook.com/share/v/19hDjzvdBF/
Infine, sull’Ospedale unico baricentrico come unica strada logica da intraprendere torna anche il Comitato Salute Vco, con un comunicato che disegna molto bene il quadro della situazione. https://www.verbaniamilleventi.org/si-fa-rovente-il-dibattito-sullassetto-ospedaliero/
4) Serve poi andare poi verso l’implementazione delle Case e degli Ospedali di Comunità (secondo quanto previsto dal PNRR Missione 6 legata al tema della salute), strutture che costituiranno la base per il ridisegno dei SSN Regionali. Le Case dovranno accogliere la medicina primaria oltre ai servizi di prevenzione e promozione della salute e gli Ospedali costituiranno la congiunzione tra le dimissioni dall’ospedale primario e il ritorno al domicilio, garantendo così una sanità d’eccellenza sia ospedaliera che territoriale oltre che una giusta sostenibilità sociale, economica e ambientale. Il tempo che rimane per realizzarle, rispetto quanto previsto dal PNRR è ormai molto ridotto, per cui ogni ulteriore attesa e ogni ritardo diventano colpevoli.
Una recente prima proposta d’intesa per affrontare comunque l’emergenza è stata formulata nel mese di settembre dalle Rappresentanze Sindacali dei medici FIMG e SMI all’ASL VCO, intitolata “Progetto sperimentale di assistenza medica in territori rimasti privi di assistenza primaria a ciclo di scelta”. Riassumendo, essa prevede che i pazienti rimasti senza medico possano farsi visitare e prescrivere farmaci/esami da qualsiasi altro medico del territorio (anche se non loro mutuati) e si propone di potenziare le Case della Salute (ove già operino i medici di base) in aggiunta al servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica): a Verbania tale proposta è stata implementata nel corso del mese di ottobre con 15 medici di famiglia che hanno aderito al progetto e 11 medici di continuità assistenziale presso la Casa della Salute di Pallanza. Come già detto, però, la situazione andrà progressivamente peggiorando; a breve avremo nuovi pensionamenti di altri MMG senza sufficienti nuovi ingressi, per cui è auspicabile l’implementazione di queste e altre proposte d’intervento strutturale da parte di tutte le forze politiche e istituzioni, locali e regionali, di concerto con l’ASL VCO.
Socialismo XXI Secolo Verbania, Volt Verbania e Verbania Civica, propongono alle forze politiche e associative verbanesi - e soprattutto alla maggioranza e alla minoranza del Consiglio comunale - di proseguire a monitorare la situazione, appoggiando ogni proposta concreta tesa alla salvaguardia del servizio sanitario locale sia territoriale che ospedaliero.