Regia di Marc Rothemund.
Con Elyas M'Barek, Philip Schwarz, Nadine Wrietz, Uwe Preuss, Lisa Bitter. Titolo originale: Dieses Bescheuerte Herz. Genere Commedia - Germania, 2017, durata 104 min
Un film didattico che si serve dell'entertainment per mostrare (e dimostrare) l'enorme valore del 'volontariarsi'.
Lenny, il figlio trentenne di un cardiochirurgo viene costretto dal padre, dopo l'ennesima trasgressione, ad occuparsi di David, un adolescente affetto da una malattia che gli lascia poco tempo da vivere. Non mancando di mezzi economici dovrà fargli stendere una lista dei desideri ed esaudirli tutti. Alcuni potranno essere soddisfatti con il denaro ma altri hanno bisogno di molto di più.
Il cinema dopo il successo di Quasi amici ha riproposto in più occasioni storie di incontri 'impossibili' in cui uno dei due soggetti soffriva di un problema fisico. Non si può affermare che siano tutti riusciti e quelli che non lo sono stati spesso avevano un elemento a loro sfavore: prendevano le mosse da una storia inventata.
In questa occasione invece la base della narrazione è reale e il film ce ne mostra le prove. Certo ci sono situazioni finalizzate al sorriso o alla tenerezza collocate al punto giusto ma si sente che sotto e al di là di esse staziona la vita vissuta con tutte le sue preoccupazioni. Questo elemento emerge non tanto dal rapporto tra i due protagonisti che parte da un'iniziale reciproca diffidenza per poi sciogliersi e trasformarsi in complicità quanto piuttosto dalla figura della madre di David.
Questa donna che deve gestire da sola il progressivo avvicinarsi a una fine che sembra segnata sul calendario di un figlio così giovane è una persona comune che dedica tutte le sue facoltà al figlio mentre cerca conforto in un fedele che frequenta la sua stessa comunità religiosa. Il sapere che il ragazzo è affidato alle cure di un trentenne che di affidabile sembra avere solo la propensione per la bella vita non può rassicurarla. Ecco allora la richiesta di foto frequenti che dimostrino che il figlio sta bene.
Il titolo originale di Conta su di me è “Questo stupido cuore”: al centro di tutto c’è infatti proprio lui, quel muscolo da cui dipende la nostra vita e che nel caso del quindicenne David non ha mai funzionato a dovere, fin dalla nascita, causandogli un’infinità di problemi fisici collaterali e un’aspettativa di vita limitata, tanto che è considerato e sa di essere un malato terminale. Ed è lo stesso cuore che influenza i suoi rapporti umani ed affettivi col resto del mondo, quello sano. A parte questo, David è un ragazzo così bello, spiritoso e intelligente che sembra impossibile abbia vissuto sempre con l’unica compagnia dei giovani malati della scuola ospedaliera e della madre.
Dal momento che quella che si racconta nel film - pur con gli inevitabili abbellimenti della finzione - è una storia vera, viene da pensare a quanti altri si trovino nelle sue condizioni senza mai avere la fortuna di trovare un amico fuori, qualcuno che li aiuti a realizzare i loro normalissimi desideri. In questo senso Conta su di me è un film sulla malattia inguaribile vista attraverso gli occhi dei fortunati che per lo più la ignorano o addirittura la ostacolano, come il rozzo inquilino che blocca con un secchio la porta dell’ascensore quando il ragazzo deve salire. Il mondo è, nella stragrande maggioranza, indifferente al dolore degli altri e solo il contatto diretto con chi soffre può cambiare il punto di vista di chi ne è immune, fino a trasformare la sua percezione del mondo.