Mi atterro' ai temi relativi ai compiti istituzionali dell'ente che qui rappresento, la provincia Montana del Verbano-Cusio-Ossola e per primo al problema dei rifiuti con qualche spunto relativo alle normative ambientali. Nella nostra provincia sono stati ingenti gli sforzi economici sostenuti negli anni dai comuni per attivare servizi in grado di raggiungere gli attuali importanti risultati di raccolta differenziata.
I comuni si trovano però in una duplice condizione di svantaggio rispetto al resto della Regione Piemonte : la scarsa densità demografica rende più onerosa la raccolta delle diverse tipologie di rifiuti e la perifericità territoriale amplifica i costi di trasporto verso i centri di conferimento. La revisione tariffaria per l'anno 2020,formulata dal gestore dell'impianto di attuale conferimento, prelude all'ennesimo aumento, peraltro immediatamente successivo ad altri aumenti applicati nell'anno in corso con la prospettiva, stante l'organizzazione dei trasporti, di costi unitari per il conferimento e smaltimento del rifiuto urbano residuo prossimi a €200 tonnellata.
Oltre all'aumento delle tariffe di smaltimento del rifiuto indifferenziato, con contratti rinnovabili addirittura di 6 mesi in 6 mesi, si registra la mancata attivazione dell'ambito territoriale ottimale, ATO regionale rifiuti, di cui alla legge regionale numero 1 del 2018, con la conseguenza della non avviata politica tariffaria su scala piemontese.
È inoltre urgente la verifica dei vincoli dettati dalla normativa del Piano di assetto idrogeologico PAI, con un approccio più attualizzato della normativa in relazione agli impianti esistenti di Mergozzo, in località Pratomichelaccio anche per l'individuazione di aree idonee ove realizzare impianti a tecnologia semplice dal ridotto impatto ambientale. A tale scopo se i lavori di innalzamento degli argini prescritti dal PAI sono da tempo affidati alle imprese, non sono ancora iniziati per problematiche burocratiche. Da questa realizzazione dipende non solo il rinnovo delle autorizzazioni ambientali a numerose ditte operanti nel territorio ma soprattutto la classificazione dei terreni in fascia idonea perché possa essere attuata l'esecuzione delle opere necessarie per realizzare impianti a tecnologia semplice. Insomma ulteriori problemi di natura burocratica.
C'è inoltre la tendenza a coprire inefficienze e incapacità del sistema rifiuti concentrando la politica ambientale su interventi che consentano un più facile palcoscenico di visibilità. Va quindi evidenziato che in tema di ambiente è necessario evitare di infliggere i divieti più pesanti a chi vive nei territori più deboli, penalizzando anziché premiando chi ha conservato il territorio e disattendendo i diritti costituzionali di chi li abita.
Vi è infatti il problema delle pulsioni settoriali non coincidenti con gli interessi generali. Sovente con la motivazione dell'urgenza gli uffici regionali non sono stati in grado di fornire agli esecutivi che si sono succeduti la necessaria conoscenza delle diverse problematiche fondamentali per l'azione amministrativa.
Ciò in particolare per quanto riguarda tematiche complesse come quelle ambientali non affrontabili con approcci semplicisticamente settoriali. Ciò genera una confusa sovrapposizione ai piani territoriali ed alle pianificazioni comunali favorendo i contenziosi anziché la semplificazione.
Il sostegno alle possibilità di innovazione per incentivare la presenza dei giovani in agricoltura ed in particolare in montagna è fondamentale per impedire l'esodo. Anche a livello legislativo la voce delle categorie professionali specificamente adeguate ad affrontare temi come la sostenibilità deve trovare ascolto. E' necessario impedire percorsi inadeguati causa di danni superiori ai benefici per le comunità locali. Come i danni conseguenti all'abbandono della montagna.
Merita inoltre affrontare legislativamente il tema delle consultazioni degli Enti locali La validità della espressione delle consultazioni, qualora riguardino temi di competenza dei Consigli Comunali, è testimoniabile solo dalle deliberazioni degli enti consultati. È necessario definire tempi coerenti per le analisi e la valutazione della documentazione onde consentire le opportune espressioni di pareri in tempi coerenti con la complessità dei contenuti. Una semplice illustrazione non può essere contrabbandata per consultazione.
Va restituita dignità alla responsabilità di chi, rappresentando le necessità di chi abita il territorio, deve poter difendere criteri di equità di trattamento e di non discriminazione dei servizi essenziali. Auspicando che la nuova amministrazione regionale sappia porre rimedio agli attuali percorsi burocratici di silenziamento degli enti consultati che vanificano il processo partecipativo delle autonomie locali da considerarsi invece alla base del confronto democratico.
Il Presidente della Provincia
Arturo Lincio