Focus dell’esposizione - nei bellissimi spazi rinnovati del Museo, ripensati ad hoc per la mostra - l'arte europea del secondo dopoguerra.
"Colore, forma, vuoto. Contemplazione e meditazione nell’arte contemporanea”, questo il titolo dell mostra, consente al pubblico di apprezzare, fino al 13 ottobre prossimo, grazie alla collaborazione avviata con la Fondazione Hackerodt per l’arte e la cultura di Hannover, opere provenienti in gran parte dalla collezione realizzata dalla sua fondatrice, Christiane Hackerodt.
“Tra la fine degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta, in opposizione a espressionismo astratto, informale e realismo socialista - spiegano gli organizzatori - , si assiste alla nascita di tutto un insieme di gruppi di artisti impegnati che, radicalizzando i risultati delle prime avanguardie storiche (Bauhaus, Dada, futurismo, costruttivismo…), concorrono alla ridefinizione del ruolo dell’arte e dell’artista…”.
Si assiste così in quel periodo alla nascita di “un nuovo linguaggio artistico autonomo, non più espressione di un “Io” soggettivo, basato su scoperte scientifiche e tecnologiche più attuali e rigorose, che esplorassero i meccanismi della percezione visiva”.
“Il risultato è la creazione di ‘quadri-oggetti’ dinamici, opere d’arte ‘aperte’, che per la prima volta rivoluzionano anche il ruolo dello spettatore”, il quale da passivo fruitore si trasforma in un collaboratore attivo e creativo…”.
E’ stata così raccolta, negli anni, una collezione che si è costituita e ha preso forma intorno ai temi della contemplazione e della meditazione, che la Fondazione stessa ha come obiettivo di esplorare, analizzando inoltre i parallelismi e le differenze tra le opere di artisti occidentali e orientali: comprende quindi opere degli artisti tedeschi del Gruppo Zero di Düsseldorf (Heinz Mack, Otto Piene, Bernard Aubertin, Hermann Bartels e Raimund Girke); ma anche lavori di artisti orientali (Morio Nishimura, Kazuo Shiraga, Kwang Young Chun e Yuko Nasaka). Lo sguardo è dunque diretto su due mondi, così da permetterne una visione d’insieme in una prospettiva storica ma soprattutto, e qui sta l’originalità della mostra, proponendosi quale concreta alternativa al nostro stile di vita contemporaneo frenetico, condizionato da una società globalizzata in cui il Web è protagonista.
L’esposizione risponde proprio a questo disagio dei tempi, offrendo al visitatore l’occasione di immergersi in un’atmosfera di calma, di forme, colori e silenzi, prendendosi una pausa dalla quotidianità, per meditare su di sé contemplando le opere esposte, assorbendo le loro forme e i loro colori, e facendosi così trasportare in un’altra dimensione, più autentica.
Per valorizzare l’importante collezione esposta, si è voluto integrarla con opere di artisti che hanno avuto un’importanza e un ruolo fondamentali nell’ambito del Gruppo Zero e le sue costellazioni, grazie alla generosità e alla disponibilità della Galleria d’arte Beck & Eggeling e di alcuni prestatori privati che hanno preferito mantenere l’anonimato: è possibile così ammirare anche opere di Yves Klein, Piero Manzoni, Enrico Castellani e Lucio Fontana.
Dove?
Museo Comunale d'Arte Moderna, Ascona (CH)
Orari d’apertura mostra
Dal martedì al sabato, 10.00 - 12.00 e 14.00 - 17.00
Domenica, 10.30 - 12.30
Apertura festiva il 15 agosto 2019
Chiusura il lunedì e il 1 agosto 2019, Festa Nazionale Svizzera
Info:
Museo Comunale d'Arte Moderna
via Borgo 34, 6612 Ascona CH
tel.: +41 (0)91 759 81 40
fax: +41 (0)91 759 81 49
museo@ascona.ch
www.museoascona.ch
Mara Folini, a sinistra, con Christiane Hackerodt
Tre opere di Hermann Bartels: da sinistra, Senza titolo (1962); Senza titolo (1961); Composizione nera (1960)
Ida Barbarigo, Passeggiata severa, 1962
Federica Marangoni, Il libro d’oro, 2017
Lore Bert, Profondità in oro e turchese, 2017