Per un bambino perdere è un’esperienza difficile, e ci sono bambini che vivono una competitività particolarmente accesa, rifiutano di perdere e reagiscono ad ogni sconfitta in maniera spropositata. Nella maggior parte dei casi si tratta di una fase passeggera che si risolve da sola, ma può essere molto difficile da gestire.
In una società in cui vincere sembra essere l’imperativo categorico e dove il fallimento è qualcosa da evitare, è sempre più facile trovare bambini che non sono in grado di tollerare la frustrazione per una sconfitta. E’ quindi necessario insegnare ai nostri bambini a perdere.
Attraverso la gestione della sconfitta, e della conseguente frustrazione, il bambino impara a mantenere alta la sua autostima, e ad affrontare con un atteggiamento positivo i fallimenti futuri.
Molto spesso quando giochiamo con i bambini fingiamo di perdere per evitare di farli piangere e creare loro un dispiacere, ma in questo modo togliamo loro l’opportunità di sviluppare le adeguate strategie necessarie per affrontare gli insuccessi nella vita reale. Sarebbe meglio non far sempre vincere i propri figli nei giochi, e far sperimentare le prime ”sconfitte” in un contesto protetto come può essere quello della famiglia, per non farli trovare spiazzati di fronte alle prime sconfitte sportive, o al primo insuccesso scolastico.
Dunque lasciare che il bambino sperimenti sia successi che gli insuccessi, e non caricarlo di troppe aspettative altrimenti la frustrazione diventerà ancora più difficoltosa: il bambino si sentirà insoddisfatto per non aver vinto, e sentirà anche di aver deluso i propri cari e le aspettative che avevano riposto in lui.
E’ importante anche attribuire un valore positivo agli errori: gli insuccessi aiutano a capire dove abbiamo sbagliato e a migliorarci ed evolvere. Bisogna aiutare il bambino a capire cosa è andato storto, e a cercare le strategie migliori per riuscire in futuro.
Di fronte ad una partita persa, si può condividere con il bambino l’idea che il gioco non è solo una gara ma rappresenta soprattutto un momento di convivialità e di piacere, e dirigere la sua attenzione verso il divertimento che c’è stato in quell’attività. Inoltre, non bisogna mai prendere in giro il bambino e/o banalizzare l’accaduto, ma piuttosto potrebbe essere utile farlo riflettere sulle emozioni che prova in quel momento e sulle modalità di reazione più adeguate.
Il miglior insegnamento per un bambino rimane sempre il buon esempio da parte degli adulti di riferimento. E’ soprattutto guardando mamma e papà e le loro reazioni di fronte alle piccole e grandi sconfitte della vita che i bambini imparano e comprendono.
Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola – Spazio Psicoeducativo
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