Comunicato stampa Senatore Montani (Lega):
Oggi pomeriggio il senatore della Lega Enrico Montani ha depositato un’interrogazione parlamentare al Ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro e delle Politiche sociali, sulla vicenda Hydrochem Italia, lo stabilimento chimico di Pieve Vergonte fermo da un anno. Si legge nell’interrogazione: “Dal 2013 lo stabilimento è di proprietà del fondo speculativo internazionale International Chemical Investors Group (Icig). Al fine di sostituire l’impianto per la produzione di cloro che utilizza tecnologia con mercurio con un impianto più moderno, nel rispetto delle norme vigenti, è stato stimato un investimento di 25/30 milioni di euro. In data 11 dicembre 2017 è stata disposta la chiusura dell’impianto e la messa in cassa integrazione straordinaria degli addetti; nel corso del 2018 è iniziata una trattativa con un importante gruppo piemontese interessato a entrare in società con Hydrochem, facendosi totalmente carico dell’investimento. A giugno, a seguito di un incontro presso la Provincia, la direzione aziendale locale aveva comunicato la ormai prossima firma dell’accordo col nuovo socio ed il conseguente avvio dell’investimento. In settembre si comunicava un leggero ritardo nella chiusura della trattativa a causa di uno stallo relativo a tre punti: il perfezionamento di un accordo in sede sindacale sulla gestione delle ricadute occupazionali, l’ottenimento del via libera da parte del Ministero dell’Ambiente per la costruzione dell’impianto sull’area individuata e un non precisato problema di carattere economico tra le parti in trattativa ma, a detta della proprietà, facilmente risolvibile. Nello stesso periodo le organizzazioni sindacali Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, siglavano l’accordo con Hydrochem per la procedura ex art. 47, affitto di ramo di azienda, funzionale al nuovo assetto societario che avrebbe assunto il gruppo con l’ingresso del nuovo socio. Nelle settimane successive si era ottenuto il via libera dal Ministero dell’Ambiente per l'autorizzazione alla costruzione dell’impianto. Ad oggi, dopo l’ultimo incontro con l’ingegner De Giovanni, amministratore delegato del sito pievese, lo scenario è completamente cambiato: la questione economica dirimente a chiudere la trattativa in essere non solo non è stata risolta, ma la trattativa stessa è in discussione. Considerato che il 31 dicembre 2019 scade la cassa integrazione straordinaria degli addetti, la situazione finanziaria dell’azienda si trova in una situazione sempre più grave; nelle ultime settimane sembrerebbe comparso un nuovo soggetto legato al gruppo tedesco ed interessato all’investimento per il nuovo impianto, aggravando lo stato di incertezza sul futuro dell'impianto in questione. La chiusura dell'impianto e il mancato investimento si ripercuotono su un territorio che rischierebbe di vedere sparire molti posti di lavoro e pagare anche il conto della presenza di un impianto chimico dismesso e abbandonato; l'Italia perderebbe una produzione strategica, quella del cloro, ormai quasi totalmente dipendente dall’estero”. Montani chiede di sapere “se il Ministro è a conoscenza dei fatti e se intenda convocare urgentemente un Tavolo di confronto, che coinvolga il prefetto di Vco, i rappresentanti dei lavoratori e la dirigenza della Hydrochem Italia e dell'International Chemical Investors Group, per avanzare proposte alla soluzione della vicenda”.
Comunicato sindacati territoriali FILCTEM CGIL, FEMCA CISL e UILTEC UIL:
In data 20/12/2018 si è tenuto l’incontro tra HYDROCHEM ITALIA di Pieve Vergonte, rappresentata dall’a.d. Ing. De Giovanni e il responsabile del personale dott. Squizzi, assistiti dall’associazione degli industriali, la rsu di stabilimento e le rappresentanze sindacali territoriali FILCTEM CGIL (Agnesa Alessandro), FEMCA CISL (Iginio Maletti) e UILTEC UIL (Broggio Michele). A distanza di un mese dove dopo aver finalmente ottenuto l’autorizzazione ministeriale per l’utilizzo dei terreni , la discussione rispetto all’attuazione dell’investimento che determinerà il futuro dello stabilimento di Pieve Vergonte era praticamente arrivata ad un passo dal chiudersi positivamente, oggi ci ritroviamo ad una situazione pericolosa di stallo e di assoluta mancanza di risposte certe. L’ingresso del socio che si sarebbe fatto carico dell’investimento non è al momento confermato, sembrerebbe che nella trattativa vi siano situazioni di carattere economico legate ad accordi con soggetti terzi già in passato presenti sul territorio che la proprietà tedesca non vuole risolvere e che sono ostativi all’ ingresso del nuovo partner e che ancora oggi non ci sono stati spiegati nel nome di una poco comprensibile clausola di riservatezza. Quello che ulteriormente preoccupa è che a livello nazionale il gruppo tedesco ha acquistato società in condizioni simili a quello dello stabilimento di Pieve Vergonte per decretarne la
chiusura; simili ma non uguali perché la differenza sostanziale è che in questo caso le possibilità di garantire la continuità dello stabilimento sono tangibili, a patto che la volontà sempre annunciata di concretizzarle sia reale e non di facciata. E’ nostra intenzione intraprendere tutte le azioni per avere l’unica risposta che possiamo accettare, la data della messa in marcia del nuovo impianto! Ulteriori rimandi e mancanza di trasparenza non saranno più tollerate.
Abbiamo richiesto un incontro urgentissimo con la proprietà tedesca e la costituzione di un tavolo in prefettura con il coinvolgimento di tutte le istituzioni locali e se necessario porteremo la vertenza in ambito ministeriale con il coinvolgimento di tutti i lavoratori mettendo in campo tutte le iniziative necessarie ad avere la risposta che cerchiamo.
per le OO.SS
A.AGNESA-I.MALETTI-M.BROGGIO