Tra gli interventi previsti, quello di Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem. "Sono tre i pilastri del nuovo patto che dobbiamo sancire con Poste, fiducia della comunità, capillarità dei servizi, innovazione - spiega Bussone -
Dopo almeno dieci anni nei quali abbiamo faticato a capirci, oggi dobbiamo essere capaci di costruire i servizi del presente e del futuro. Mantenendo la capillarità della presenza di Poste sui territori, forte di quasi 12mila uffici, vogliamo fare in modo che questi presidi diventino luoghi di innovazione e restino punto di riferimento delle comunità.
La fiducia storica in Poste fa sì che gli uffici custodiscano il risparmio, eroghino le pensioni, siano anche luogo di incontro. Abbiamo 200 Comuni in Italia senza più un esercizio commerciale e senza un bar. Le banche stanno chiudendo i loro sportelli in troppe realtà, anche urbane.
Gli uffici postali devono diventare, in particolare nelle aree interne e montane, punti di erogazione di nuovi servizi, dalla gestione di documenti e pratiche, alla spedizione e alla ricezione di pacchi, proprio in una fase nella quale l'e-commerce ha picchi altissimi nei Comuni montani. Dobbiamo aiutare le imprese agricole e artigianali a usare questi nuovi strumenti. Gli uffici devono diventare punti di informazione turistica in accordo con Amministrazioni e Pro Loco, internet point e avere una porzione per il co-working, vendere quotidiani, giornali, o altri generi, gestire anche la logistica del farmaco d'intesa con le farmacie rurali".
L'innovazione deve toccare in particolare la pubblica amministrazione. "Poste è un partner ideale per accompagnare la transizione al digitale della PA - evidenzia il Presidente Uncem - Attuare l'agenda digitale, con l'arrivo dell'infrastruttura grazie al Piano per la banda ultralarga, è complesso e richiede strategie e risorse.
Gli Enti locali, in particolare i Comuni in forma associata con Unioni montane e Comunità montane, hanno necessità di stringere efficaci rapporti con le imprese. Poste è in prima fila. Penso all'erogazione di Spid, l'identità digitale del cittadino, che deve avere un'accelerazione, ma anche alla carta d'identità elettronica che in troppi nostri Comuni è ancora un miraggio. Poi dobbiamo fare insieme formazione e definire come il postino telematico raggiunge efficacemente i cittadini, evitando di escludere le fasce più deboli della popolazione, la terza età, aumentando sperequazioni sociali e territoriali.
Dobbiamo generare coesione, ridurre il divario digitale, rimuovere gli ostacoli verso la riorganizzazione dei servizi nella quale crediamo e lavoriamo anche grazie alla Strategia nazionale per le aree interne. Domani a Roma lo diremo confermando l'impegno di Uncem nel costruire un pezzo di futuro del Paese".