Rapetti ha infatti letteralmente “salvato” molte opere di Congdon - ora catalogate e autenticate dalla Congdon Foundation, con sede italiana a Buccinasco (MI) - dalla distruzione cui l’artista le aveva condannate, chiedendo in cambio all’amico Rapetti sempre nuove tavole in faesite, preparate per nuovi dipinti… E Rapetti gliele procurava, non senza dubbi e rimorsi, incapace però di distruggere quelle “rinnegate”, come fossero figli illegittimi, dal grande pittore.
Così “miracolosamente” sono rispuntate dal nulla molte tavole, realizzate nella ventina d’anni del suo soggiorno presso il Monastero benedettino, dal 1978 fino alla morte nel 1998.
Una grande occasione dunque, qui a Milano, fino al 23 ottobre prossimo, per apprezzare opere inedite, troppo a lungo sottovalutate: per la maggior parte ispirate dalla campagna intorno alla Cascinazza, sintesi ultima di una “pratica artistica” iniziata in America con l’Action Painting e compagni famosi come Jackson Pollock.
Senza però sottovalutare l’importanza per Congdon della “decisiva” sua conversione al Cattolicesimo ad Assisi nel 1960, dopo una crisi mistica che lo portò a dipingere per anni quasi duecento Crocefissi…
La critica d’arte ha attribuito proprio a questa sua “svolta” spirituale uno stimolo per l’elaborazione di una pittura che - pur nell’apparente scelta di soggetti naturali - conservava comunque una sorta di “matrice” mistica: anche se Congdon dipingeva campi, fossi e coltivi, dietro a quelli è sempre avvertibile infatti la presenza di un Creatore “incarnato”, intuibile nei segni ortogonali che rimandano alla Croce, nelle campiture di colore, luminose o sofferte, nei colpi di spatola e nella semplificazione estrema delle forme…
Luoghi e orari mostra:
Biblioteca Comunale Palazzo Sormani
Scalone monumentale
Via Francesco Sforza 7, Milano
Dal lunedi al venerdi, ore 15-19
Sabato 9-12.30
Chiuso domenica e festivi
Ingresso libero