L'amministratore delegato nel Capital Markets Day a Milano ha detto: "L'azienda non chiude più gli uffici postali periferici, nei Comuni con meno di 5mila abitanti. Erano state programmate diverse centinaia di chiusure, ma la motivazione della revoca è legata al fatto che crediamo che l'allargamento progressivo della gamma di prodotti non solo finanziari deve rendere anche quelle filiali sostenibili economicamente, in un momento in cui sia il settore bancario, sia quello assicurativo stano lasciando le realtà locali".
"La notizia è certamente positiva. Ma l'azienda deve fare di più come chiedono da diversi anni i Sindaci e Uncem - spiega il Presidente Uncem Piemonte Lido Riba - Deve cioè intervenire anche nei Comuni dove i tagli sono già stati fatti, dove i servizi di distribuzione sono stati portati a dieci giorni su trenta al mese, dove gli uffici postali sono aperti solo due o tre giorni la settimana, dove i postini vengono sostituiti ogni tre mesi e dove i giornali o le raccomandate non arrivano più. Poste deve riconquistare la piena fiducia degli Amministratori locali".
Il blocco delle chiusure è certamente legato anche alla forte mobilitazione messa in campo da Uncem e dai Comuni. Come è stata fondamentale la legge Borghi-Realacci sui piccoli Comuni, ove si evidenzia il ruolo importantissimo della rete di uffici postali, capillari e strategici anche nella transizione al digitale, con una chiara Agenda per PA, cittadini e imprese.
Uncem ha già proposto all'azienda un piano di interventi condiviso con i territori, in particolare nei Comuni montani dove negli ultimi cinque anni la riduzione unilaterale delle attività, non concertata dall'azienda con gli Enti locali, ha portato sfiducia e rotture. Questo nonostante le zone rurali siano quelle dove Poste raccoglie moltissimi risparmiatori, con picchi altissimi di libretti e conti postali attivi.
Uncem le sue proposte a Poste le ripete oggi, per tutti i Comuni montani: cento Postamat nei centri piemontesi oggi sprovvisti di sportelli bancari, servizi di tesoreria per i Comuni e per le Unioni montane gestiti da Poste Italiane, operatori polivalenti che aprono gli uffici e consegnano la corrispondenza tutti i giorni della settimana, collaborazioni con Pro Loco, associazioni e Amministrazioni locali per portare negli uffici postali servizi nuovi, turistici ad esempio e promozionali del territorio. Ma anche una efficace presenza di Postesull'Agenda digitale piemontese per le Aree interne, che Uncem ha già da tempo presentato a Regione e azienda. "Visto che la Regione ha individuato con Poste quattro aree sperimentali per portare nuovi servizi - commenta Lido Riba - non si perda ulteriore tempo. L'azienda, visti anche i 600 milioni di euro di utili l'anno, investa sue risorse. Non aspetti sia la Regione a trovare risorse. Poste proponga un piano di potenziamento degli uffici e della distribuzione là dove i servizi erano stati ridotti. Così, con il nostro impegno e supporto, potrà riconquistare piena fiducia dei Sindaci e delle Comunità delle aree interne".
Poste non chiude più gli uffici nei piccoli Comuni
Uncem accoglie con favore la notizia annunciata dall'ad di Poste Italiane Del Fante che stamani ha presentato il piano Deliver 2022, spiegando che non vi saranno chiusure degli uffici postali nei piccoli Comuni entro il 2022. Di seguito la nota di Uncem Piemonte.
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Quello della frequente sostituzione dei postini è un problema attuale ed evidente proprio nei nostri piccoli comuni montani, ove il nome delle vie e la numerazione civia non sempre sono puntuali e corretti. Pare lo facciano apposta: non appena un postino si impratichisce un po' della località e della conoscenza dei suoi abitanti e subito lo cambiano. Sempre più sovente si trova nella cassetta delle lettere missive indirizzate ad altre persone solo perchè hanno un cognome uguale al nostro e nei paesini di persone con il medesimo cognome hai voglia a trovarne! Ricordo la vechia postina che stava dale 8 fino alle 11 alla finestra dell'ufficio postale e controllava tutti coloro che passavno nella piazzetta sottostante: conoscendoli uno ad uno la consegna dei plichi avveniva "sul posto" almeno per l'80%; poi, dopo le 11 usciva per recapitare il resto della corrispondenza che dalla sua postazione non era riuscita a collocare. Certo, nelle città è diverso: ad uno stesso numero civico corrisponde un gran numero di destinatari e magri c'è pure il portiere addetto al ritiro della corrispondenza. ma nei nostri comuni di montagna funziona come ho descritto sopra: la conoscenza delle persone è fondamentale per una corretta distribuzione della corrispondenza (.... tutto ciò in barba a chi sostiene che la corrispondenza non c'è/non serve più perchè ora ci sono le mail!)
Ciao lupusinfabula
c'è poi questa pratica incivile di assumere postini a tempo determinato senza alcuna speranza di vedersi rinnovato il contratto.
Nel medioevo almeno i servi della gleba non venivano mandati in mezzo a una strada quando non servivano più.
c'è poi questa pratica incivile di assumere postini a tempo determinato senza alcuna speranza di vedersi rinnovato il contratto.
Nel medioevo almeno i servi della gleba non venivano mandati in mezzo a una strada quando non servivano più.
Fenomeno deleterio ( e non mi sembra difficile da capirsi) è poi quello dei postini assunti a tempo determinato e per giunta sbattuti da un capo all'altro dell'Italia e sembrano farlo apposta: operatori del sud spediti al nord ed operatori del nord che restano a casa; certi servizi (...anzi, molti, vedi gli insegnanti) dovrebbero prevedere assunzioni su base regionale, perchè è del tutto comprensibile ( chi non farebbe altrettanto?) che i poveretti sbattuti di qua e di là senza logica apparente, cerchino la prima scusa od occasione per tornarsene ai patri lidi.
Tutto giusto quello che avete detto in merito ai contratti a tempo determinato ma Lupus ti accanisci sulla corrispondenza (intesa come lettere) che è destinata a sparire nel giro di breve ma che viene sostituita dalla consegna merce senza creare perdita di posti di lavoro
Insisto sulle lettere: ad esempio colleziono cartoline che mi vengono spedite da ovunque e mai sarebbe possibile riceverle via mail; idem per bollette luce/gas: non mi importa nulla della domiciliazione bancaria o di riceverle via internet, le voglio cartacee spedite al mio indirizzo; e con gli abbonati ai quotidiani come la mettiamo? Chi vuole usufruire di internet libero di farlo (ovvio che solo per queste righe sto fruendo di internet!) ma per alcune cose, persone e situazioni il cartaceo lo ritengo ancora indispensabile: le poste sono pagate per questo, prima che per altro.
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