Opera rara e ormai introvabile d’un famoso giurista e giornalista, oggi dimenticato, ma che è stato una «grande firma» del secondo dopoguerra in Italia. Nell’operosa vecchiaia, Guerriero si confrontò con gli esiti più avanzati dell’esegesi neotestamentaria (di studiosi perlopiù tedeschi) rappresentativi della moderna critica alla religione, rendendone conto ai lettori interessati nella famosa rubrica di Epoca, dal titolo «Italia domanda»: quasi un reperto storico per la generazione di questo fine secolo. Datato, certamente, ma sempre attuale e profondamente vissuto.
"Tuttavia il pensiero della mia sorte, della sorte di tutti noi, era sempre nel fondo del cuore. Che sarà di me? e ho il diritto di essere ateo, senza avere dedicato una parte della mia vita allo studio del problema supremo? […] «Tu non mi cercheresti se non mi avessi già trovato» è uno dei pensieri più poetici di Pascal, e, solo a ricordarlo, mi vengono le lagrime agli occhi. Ma non è vero. Si cerca perché non si è trovato: quaesivi et non inveni (Introduzione, pag. 9)".