Il blog dispensava consigli per diventare anoressiche e a gestirlo era una ragazza 19enne delle Marche, che ora è stata denunciata per istigazione al suicidio e lesioni gravissime ai danni di un’adolescente di 15 anni, tuttora in cura da uno psicologo.
Gli investigatori, fingendosi ragazzine in cerca di un modo per dimagrire, sono risaliti all’amministratrice del blog e hanno scoperto che erano centinaia le ragazze minorenni che lo frequentavano assiduamente per trovare consigli su come iniziare a perdere peso più in fretta.
La 19enne incitava le ragazzine a fare diete, mentre un’altra ragazza, che secondo la polizia scriveva dall’Olanda, forniva diete a basso apporto calorico e consigli su cosa mangiare. L’età media delle frequentatrici del blog era tra i 14 e i 15 anni, tutte giovanissime con disturbi alimentari, che sul blog trovavano l’incoraggiamento a proseguire verso forme sempre più gravi di anoressia: “Non tocco carboidrati, ieri ho buttato via tutta la pasta anche se avevo fame. Se mangio un mandarino sbaglio?”. “Bevi tantissima acqua, anche se ti stai per sentire male”. Queste ed altre erano le richieste ed i consigli presenti sul blog che incitava all’anoressia.
I blog “pro ana”, come vengono definiti dalle ragazzine che frequentano queste comunità virtuali, sono un fenomeno sempre più diffuso anche in Italia, si contano infatti altri 300mila siti “pro anoressia”.
Ma non ci sono solo blog e forum. Anche whatsapp e diversi social network vengono utilizzati come mezzi di promozione dell’anoressia.
Questa notizia di cronaca ci fa riflettere e ci fa ribadire l’importanza di adottare una strategia preventiva, affrontando la questione dell’educazione dei nostri ragazzi ad un uso corretto e consapevole dei media e dei social, considerando che i giovani vivono gran parte della loro vita su queste piattaforme virtuali. Il problema che emerge da questi casi di cronaca è che i minori iniziano ad usare la rete ad un’età sempre più precoce, e la ridotta attenzione dei contenuti presenti su internet e la scarsa consapevolezza nell’uso del web sono tutti fattori che aumentano nei ragazzi il rischio di cadere nelle molteplici “trappole della rete”.
Dott.ssa Michela Bottacchi
La Girandola-Spazio Psicoeducativo
lagirandola.spe@outlook.it