“La discussione filosofica è inattuale: che un evento si sia verificato ieri o duemila anni fa non conta, come non conta che altri eventi gli abbiano rubato risonanza e attenzione; quel che conta è il suo significato, e quanto abbia da insegnarci.”
Il massacro alla sede di Charlie Hebdo appartiene a una lunga serie di eventi sanguinosi che hanno caratterizzato la nostra storia recente. Più di altri eventi simili, ha chiamato in causa un principio basilare per le democrazie occidentali, la libertà di espressione, e lo ha posto in radicale, profondo contrasto con l'altro principio ugualmente basilare del rispetto per le fedi religiose di tutti i cittadini. Se n'è fatto un gran parlare, spesso in modo confuso e contraddittorio, ed è forse oggi il caso di evidenziare almeno i fondamentali problemi filosofici che esso solleva. Non per aggiungere ancora parole alle sentenze e ricette di molti, ma per facilitare una conversazione ordinata e una chiara assunzione di responsabilità nei confronti delle scelte che ci competono, come individui e come comunità. Un'indagine puntuale e coraggiosa che spiega come la filosofia, nella sua capacità di misurarsi con i dilemmi della vita, non debba dimostrarci alcuna verità, ma indicarci le strade da esplorare.
Ermanno Bencivenga è professore ordinario di filosofia presso l’Università di California; logico di fama, ha dato importanti contributi alla filosofia del linguaggio, alla filosofia morale e alla storia della filosofia. In Oltre la tolleranza, Manifesto per un mondo senza lavoro e Parole che contano ha elaborato un’utopia politica. Per il grande pubblico ha scritto (fra l’altro) La filosofia in sessantadue favole e Il bene e il bello: etica dell’immagine. È autore delle raccolte di racconti I delitti della logica, Case e Amori, di cinque raccolte di poesie (l’ultima è Le parole della notte) e delle tragedie Abramo e Annibale. Ha fondato e diretto per trent’anni (fino al 2011) la rivista internazionale di filosofia Topoi. Collabora al quotidiano Il Sole-24 Ore.