Artista poliedrico che si muove magistralmente alla ricerca dell’armonia fra colori e forme, grafica e scultura. Lavora su diverse superfici, carta, legno e materiali sintetici, creando oggetti tridimensionali o sperimentando nuove tecnologie, inquadrandosi così a pieno titolo nella definizione di artista “digital art”.
L’esposizione si inscrive nel quadro delle mostre pensate per valorizzare una storica costruzione risalente al XIII secolo adibita per tanti anni a luogo di giustizia e di governo. Il Palazzo della Ragione, meglio conosciuto come Palazzo Parasi, è stato perfettamente restaurato dall’Amministrazione Comunale, di concerto e sotto l’alta vigilanza della Soprintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della regione Piemonte. Si tratta di un imponente edificio che sorge a ridosso della Torre Comunale del XII secolo. Al piano terra è presente un portico coperto con volte a botte che conserva lapidi, stemmi e rilievi del XIV secolo e due tombe romane. Ai piani superiori sono state realizzate due aree destinate a spazio espositivo, una delle quali particolarmente interessante per il diretto contatto con le antiche capriate.
LA MOSTRA - Gli oggetti di semplice uso comune diventano elementi interessanti per composizioni inedite. Questa curiosità incessante che si trasforma immediatamente in proposta creativa, è quello che identifica Fulvio, per usare le parole di Arno Stern, nella figura dell’“Homo Vulcanus”, sempre pronto a dare forma a ciò che si configura come un’urgenza interiore. Il cono ottico che utilizza è il più ampio possibile e gli strumenti ritenuti utili alla sua urgenza, una volta trasformati, vengono ridistribuiti e inglobati con altrettanta generosità, in soluzioni tecnologiche che spesso cercano il coinvolgimento di chi guarda.
Ed è con questa libertà di sguardo che occorre rivolgersi al lavoro di Fulvio Castiglioni. Con quella stessa disponibilità usata dal nostro occhio nel cogliere i bagliori regalati dal sole e incastonati come pietre preziose luccicanti tra le increspature del lago. Nell’osservare con sguardo libero il ritmo delle forme nello scorrere delle nuvole in cielo, sognando forse di poterle sfiorare con un dito, per poter provare il brivido della leggerezza. (Ubaldo Rodari)
Curatela e testo critico: Ubaldo Rodari e Fulvio Castiglioni
Accoglienza: Rete museale dell’Unione del Lago Maggiore