E' fondamentale essere consapevoli che un passo così importante contempla il voler vivere con quel cane e di conseguenza condividere esperienze, stabilire una profonda relazione basata sull’ascolto reciproco, sulla condivisione, sul rispetto dell’animalità e sulla comprensione dei bisogni.
Convivere con l’Altro diverso da noi diventa un “gioco” di impegno, dedizione, fantasia, entusiasmo, conoscenze, dialogo, scambi referenziali: un “gioco” dove l’umano può riscoprire i suoi frammenti di animalità vivendo nuove e diverse prospettive dalla parte del cane.
Aprirsi al concetto di coesistenza implica mettere in luce gli aspetti emozionali, affiliativi, cognitivi dei soggetti partecipanti, implica praticare l’Alterità lavorando su esperienze condivise, cogliendo nuovi mondi di percezione nella libertà di poter esprimere se stessi, contaminandosi.
Naturalmente il cane ipotetico può essere di razza/meticcio/incrocio, di taglia piccola/media/grande, di sesso diverso e diverso per età, cucciolo/giovane/adulto/anziano, può esprimere un carattere battagliero/remissivo, può estrinsecare tutte le qualità e difficoltà messe insieme: il nostro compito resta preservarlo come individuo assicurandogli un contesto socio-familiare stabile, perché il cane ha esigenze sociali stabili prima di tutto.
Quindi sarà importante conoscere ed essere consapevoli della situazione che si creerà con l'arrivo del nuovo individuo in famiglia, una famiglia aumentata di una unità dove gli equilibri e le abitudini dovranno modificarsi, considerando che le esigenze di quel cane sono diverse da ogni altro cane.
E’ di basilare importanza avere ben presente che le necessità, le esigenze del cane, non riguardano solo i bisogni fondamentali inerenti il benessere fisico (prendersi cura dal punto di vista sanitario, dal punto di vista dell'alimentazione, dal punto di vista dello spazio ambientale, del movimento ecc.), ma anche e soprattutto si deve dare spazio al concetto di qualità di vita legato ai bisogni di sicurezza, ai bisogni sociali, ai bisogni cognitivi: oltre al benessere fisico c'è il benessere mentale e questo si crea quando il cane può soddisfare i suoi desideri più profondi quali l’essere tenuto in considerazione, l’essere ascoltato, l’essere coinvolto nella vita del gruppo familiare, poter condividere esperienze, poter ricercare il suo proprio piacere dove questo si trova.
“… e l'antica amicizia, la gioia di essere cane e di essere uomo tramutata in un solo animale che cammina muovendo sei zampe e una coda intrisa di rugiada.” (Pablo Neruda, Ode al cane).
Riferimento bibliografico: Franco Marcoaldi, Baldo I cani ci guardano, Einaudi 2011.
Dott. Claudio Conti
Dott.ssa Francesca Paleari