Il BLOG pubblico di Verbania: News, Notizie, eventi, curiosità, vco : Verbania : PsicoNews

PsicoNews: Noi, porcospini di Schopenhauer

Il gruppo di lavoro come fonte di supporto per contrastare lo stress lavoro-correlato.

Verbania
PsicoNews: Noi, porcospini di Schopenhauer
Secondo il National Institute for Occupational Safety and Health lo stress da lavoro è definito come l’insieme delle risposte psichiche e fisiche di allarme che occorrono quando le richieste da parte del lavoro non corrispondono alle capacità, alle risorse o alle necessità del lavoratore (1999). Lo stress deve pertanto essere considerato come una risposta che diventa dannosa se troppo intensa, ripetuta o prolungata nel tempo. L’eustress è un livello di stimolazione ottimale per il benessere dell’individuo, il distress è un livello di sollecitazione maggiore o minore, rispetto all’ottimale.

Come si valuta quando un evento passa da stimolante a stressante? Secondo Cox, 1978, ogni individuo valuta la situazione sia tramite un’interpretazione cognitiva sia tramite una valutazione delle risorse che sente di possedere per affrontarlo.

Nell’ambito della psicologia del lavoro, il gruppo di lavoro (i colleghi più stretti per intenderci, fino ad allargare il concetto all’azienda) rappresenta da anni un campo di relazioni studiato profondamente, poiché in grado di influenzare il singolo e le sue scelte. Secondo Marocci, 1994, il gruppo di lavoro rappresenta il “luogo” psicologico nel quale si può dar vita a quei cambiamenti necessari per trasformare la disfunzionalità in funzionalità organizzativa. La psicologia del lavoro ha dimostrato che è attraverso il gruppo che si possono ottenere più efficacemente modificazioni della condotta lavorativa degli individui.

Il singolo individuo ha un impatto molto modesto nel mondo del lavoro, mentre chi lavora integrandosi in un gruppo, all’interno di un’organizzazione, con valori congruenti, è motivato a perseguire gli obiettivi condivisi, anche perché è sicuro di avere nel gruppo l’efficacia per il loro perseguimento.

È un po’ come se la non appartenenza a un gruppo, o all’organizzazione stessa, facesse percepire al lavoratore solitario un’identità più debole, poiché i suoi valori di riferimento non si rispecchiano in nessun altro e di conseguenza, la sua capacità di essere abbastanza motivato per perseguire un obiettivo non è mantenibile.

Il gruppo di lavoro influenza il singolo sia che esso ne faccia parte, sia che sia una persona poco capace di lavorare all’interno di un gruppo. Il gruppo infatti agisce in due direzioni:
• Dall’organizzazione all’individuo, con una funzione di adattamento, spingendo al conformismo e trasmettendo le regole, le norme e i valori dell’organizzazione;
• dall’individuo all’organizzazione, tramite il cambiamento, funge da innovatore del gruppo, delle sue regole, dei suoi valori;

I gruppi sono entità dinamiche, stabili sì, ma intorno ad un equilibrio risultante di forze contrastanti.

Come è spiegato molto chiaramente in una storiella di Schopenhauer:
In una fredda giornata d’inverno, un gruppo di porcospini si rifugia in una grotta e per proteggersi dal freddo si stringono gli uni agli altri, le spine reciproche però si fanno sentire e così i porcospini si allontanano. Poco dopo sentono ancora molto freddo, nuovamente si stringono vicini, ma si pungono di nuovo. Ripetono questi tentativi molte volte, sballottati tra i due mali, alla fine però trovano una distanza moderata, reciproca, che permette loro di scaldarsi senza farsi male reciprocamente.

Buona settimana
Mara Rongo
Fonti:
Rischio stress-lavoro correlato, a cura di M. Magnani, V. Majer, ed Raffaello Cortina, 2011



0 commenti  Aggiungi il tuo



Per commentare occorre essere un utente iscritto
×
Ricevi gratuitamente i nostri aggiornamenti