Il progetto ha preso avvio a inizio febbraio 2015, avendo come capofila l'Associazione Ars.Uni.Vco e come partner l’Università di Milano nei dipartimenti Vespa di Scienze veterinarie per la salute, la produzione animale e la sicurezza alimentare e Dimevet di Medicina veterinaria, il centro interdipartimentale per la gestione sostenibile e la difesa della montagna Gesdimont e l’Unione Montana Alta Ossola.
Si concluderà il 31 luglio 2016 e nel frattempo l'incontro di martedì prossimo sarà l'occasione per condividere i risultati di questi ultimi 18 mesi di lavoro; i partner di progetto, infatti, illustreranno dati ed indicazioni sul processo di filiera dal punto di vista tecnico, igienico sanitario ed economico.
L’idea progettuale è nata dall'analisi dei dati reali che riguardano la presenza di selvaggina a livello locale per arrivare alla convinzione che questa possa diventare parte integrante e insostituibile dell'enogastronomia e del turismo. Nello spazio alpino è possibile infatti produrre oltre 7 milioni di porzioni di carne di selvaggina all’anno e solo nell’Alta Valle Ossola si stima una produzione di più di 120.000 porzioni annuali.
Una produzione di tale entità ha bisogno di una verifica della filiera, soprattutto a livello sanitario, e in questo senso si è mosso il progetto, mantenendo sempre come obiettivi la promozione della bio-risorsa rinnovabile derivante dalla gestione delle carni di selvaggina e la creazione di una filiera per favorire un sistema di economia locale competitiva nel settore agro-alimentare e turistico.
Si tratta del primo progetto in Italia nato per costituire una vera e propria filiera garantita per le carni di selvaggina con un marchio di qualità certificato legato al territorio di appartenenza.
Tutto ciò partendo dalla formazione dei cacciatori e dei trasformatori del prodotto per arrivare alla stesura di un disciplinare di produzione etico, un tracciato che garantisse l’elevata sicurezza igienico-sanitaria e la tracciabilità attraverso un marchio specifico del prodotto finito.
Il progetto è finanziato con il contributo di Fondazione Cariplo, il cui commissario Francesca Zanetta ha sempre partecipato con entusiasmo agli incontri pubblici, sottolineando l'importanza della buona riuscita di questo ambizioso progetto per il territorio e dunque l'esigenza di una fattiva collaborazione tra partner, stakeholder e cittadinanza.
Il processo produttivo è innovativo e intende portare avanti un approccio sostenibile nei confronti della “bio-risorsa fauna” attraverso una filiera partecipata che accresca la resilienza delle comunità rispetto ai fattori di rischio di rilevanza ambientale che possono compromettere le risorse ambientali.
Partendo dal territorio circoscritto dell’Ossola la visione a lungo termine è quella di diffondere l’eccellenza locale anche nel resto d’Italia.
Con la collaborazione di Provincia del Verbano Cusio Ossola, Università di Scienze gastronomiche di Pollenzo, Asl VCO, Comprensori Alpini di Caccia VCO2 Ossola Nord e VCO3 Ossola Sud, Confcommercio Alto Piemonte e Associazione Parkè, il progetto è iniziato lo scorso anno con i migliori auspici e si conclude quest'anno con gli ottimi risultati che verranno condivisi martedì prossimo.
La partecipazione alla conferenza di chiusura di martedì 26 luglio è libera e gratuita.
Sarà possibile seguire l’evento anche a distanza in videoconferenza diretta inviando una mail a segreteria@univco.it.