LO JUTIFICIO MAIONI
di Bruno Lo Duca
Lo sviluppo dell’industria cotoniera della fine dell’800 (Cucirini Cantoni Coats, Unione Manifatture, Cotonificio Verbanese nel rione di San Bernardino, ecc.) tolse spazio ad insediamenti tessili minori.
Nel settore della canapa e della juta la famiglia Maioni aveva costruito, prima a Intra e poi nel rione di San Bernardino, una serie di opifici che, dai primitivi laboratori di cordami di canapa, che occupavano solo una decina di operai, arrivò, nel 1880 a sviluppare la tessitura della juta con uno stabilimento ubicato nell’odierna via San Bernardino.
Nel 1890 l’opificio occupava 111 lavoratori, in prevalenza donne. Dopo un ulteriore sviluppo nel settore della tessitura e della filatura, un incendio distrusse, nel 1903, la fabbrica. La lavorazione riprese l’anno successivo dando ancora lavoro a 175 operai.
L’attività si mantenne fino ai primi anni ‘50, quando lo stabilimento cessò la produzione*.
La villa Maioni, acquistata dal Comune di Verbania, alla fine degli anni ’70 diventerà sede della Biblioteca Ceretti nel 1982.
La villa di montagna, all’Alpe Prà di Cicogna, a quota 1303 mt., nel territorio del comune di Cossogno, diventerà un frequentato rifugio alpino ancor oggi gestito dall’ANA di Intra attraverso il Gruppo di Possaccio.
Tra le maestranze operaie dello Jutificio Maioni ricordiamo Emma Morano, l’ultra centenaria nostra concittadina di Pallanza.
Allo Jutificio Majoni iniziò la sua attività di operaio “in qualità di levantino” (erano coloro che levavano i rotoli di Juta dai telai delle macchine), Giuseppe Paolo Monchini che sarà, negli anni ‘60 del ‘900, assessore all’Assistenza del Comune di Verbania, ricompensando con il suo generoso impegno nei servizi sociali municipali, i propri concittadini bisognosi di ogni soluzione.
*La letteratura del San Bernardino: Luca Frigerio “Archeologia industriale di Verbania” - Alberti libraio - 1988, pag. 75.