L'affollata sala, che con preoccupata curiosità attendeva questo "trio" importante della Giunta Regionale (Chiamparino, Reschigna e Saitta), ha registrato una certa dose di soddisfazione, ma anche un buon numero di interrogativi.
Questo dimostra che, ancora una volta, l'attenzione è focalizzata sull'ospedale e non sul territorio nei suoi termini complessivi; noi ci aspettavamo, seppure a grandi linee, un percorso strategico più razionale.
Non a caso tanti sono stati gli interrogativi, a cui si dovrà dare risposta per non minare la credibilità della proposta. Vediamoli.
Dal lontano 2004 noi sosteniamo che bisogna partire da un progetto di Sanità che presidi il "Territorio". Rilievo più volte evidenziato, proprio quando la polemica infuriava attorno allo sconsiderato progetto di Piedimulera, con una collocazione geografica fuori da ogni logica e con un piano finanziario che prevedeva la vendita del S. Biagio in corso d'opera. Due aspetti che ne hanno minato la credibilità, ma hanno anche certificato il disinteresse del mondo politico per il "Territorio".
Per questo si scatenò la giusta protesta dei cittadini.
Quindi, nulla da rimpiangere e nessuna somiglianza con la proposta odierna. Qui la Giunta regionale ha scelto di confrontarsi prima e direttamente con il "Territorio" per verificare il consenso sociale in merito alla proposta avanzata.
Ora ai Sindaci si propone in sostanza la costruzione di un Nuovo Ospedale Unico, proposta che dovrà essere approvata dall'Assemblea entro un mese e che porterà alla chiusura del Castelli e del S. Biagio SOLO dopo che il nuovo nosocomio sarà funzionante. Promessa impegnativa, con una giustificazione economica, che ha raccolto molti consensi. Qui sta però il punto.
Ci saremmo aspettati una proposta incastonata nel nuovo progetto di "Sanità territoriale", che con tanta enfasi è stato promesso alcuni mesi fa alla "Fabbrica" di Villadossola e che il decreto "Balduzzi" impone di realizzare: il "Territorio" deve essere presidiato dai "Medici di famiglia", in gruppi di lavoro (AFT), non più separatamente e solo nei loro singoli studi.
Ma prevede anche che essi si impegnino nelle "UCCP" (con gli specialisti e il sociosanitario), strutture in grado di risolvere situazioni che evitano i ricoveri impropri, dando risposte appropriate ai pazienti.
L'ospedale, quindi, diventa veramente luogo per le "acuzie" e la sua collocazione geografica non sarà irrilevante. Ci sono studi importanti che ce lo ricordano da oltre 15 anni.
Agli interrogativi e alle preoccupazioni altrui aggiungiamo le nostre:
La garanzia sul congelamento delle strutture nei due ospedali (DEA inclusi) è condizionata dal parere favorevole del Ministero della salute. Se ci sarà, per quanto tempo?
I nostri ospedali sono sotto organico e i risultati si vedono; quali risorse verranno loro destinate?
Al S. Biagio e al Castelli va mantenuta una vocazione sanitaria, realizzandovi le "UCCP", cioè una sanità vicina ai cittadini. Per ora non ne abbiamo sentito parlare.
La gestione della Nuova Struttura Ospedaliera sarà davvero a gestione pubblica?
Allo stato attuale esiste qualche dubbio che 4 anni siano sufficienti per realizzarla; è così o no?
Non è per niente chiaro a quale titolo i Privati entreranno nell'operazione.
La sostanziale convergenza "bipartisan" sul progetto, mai registrata in passato, fa pensare che il buonsenso stia prevalendo, come avvenuto per costruire un unico Distretto sociosanitario nel Vco. Se così sarà, allora potremo disporre di un sistema sanitario adeguato alle nostre necessità.
Comitato Salute VCO