Nella primavera-estate del 2013 la moribonda Giunta destro-leghista abbandonava Palazzo di Città regalando a Verbania gli ultimi due bocconi avvelenati di una dimenticabilissima stagione amministrativa: la privatizzazione della spiaggia della Beata Giovannina e l’annientamento dell’esperienza di social restaurant di “Gattabuia” presso i locali di Villa Olimpia. Oggi ne vediamo i risultati.
Notiziola apparentemente minima: lo scorso 30 settembre è stata chiusa la mensa sociale di Villa Olimpia. Il gestore ha ottenuto dal Comune la rescissione anticipata del contratto (come e perché si può leggere qui), il servizio di ristorazione è cessato, i dipendenti sono stati licenziati. In una città che ha crescenti problemi di memoria, non stupisce che il fatto sia passato sotto silenzio.
Eppure soltanto un paio d’anni fa la vicenda della mensa sociale di Villa Olimpia aveva avuto ben altra eco. Nella primavera-estate del 2013 la moribonda Giunta destro-leghista abbandonava Palazzo di Città regalando a Verbania gli ultimi due bocconi avvelenati di una dimenticabilissima stagione amministrativa: la privatizzazione della spiaggia della Beata Giovannina e l’annientamento dell’esperienza di social restaurant di Gattabuia presso i locali di Villa Olimpia. Un’esperienza nata sette anni prima (s’era nel 2006) e tenacemente voluta dall’Amministrazione di Centrosinistra con il coinvolgimento della Casa Circondariale di Verbania e della cooperativa Divieto di Sosta. Possiamo leggere qui e qui cosa accadde in quelle settimane di follia, richiamando magari alla memoria il valore e il significato di una presenza durata sette anni.
Pur di fronte a una mobilitazione estesa e qualificata (petizione, prese di posizione di singoli e associazioni, articoli sui media locali), i cascami del destro-leghismo prima e il commissario straordinario poi hanno portato a compimento l’opera di scientifica demolizione dell’esperienza di Gattabuia: nel settembre del 2013 la mensa sociale fu messa a gara e affidata a una società di profilo esclusivamente commerciale. E nel giro di un paio d’anni s’è dissolto un patrimonio di credibilità faticosamente accumulato in anni e anni di lavoro di ristorazione di qualità, di recupero sociale, di inserimento lavorativo, di animazione culturale. Ora l’affidatario se ne va anticipatamente, risolvendo ogni obbligo contrattuale con il pagamento al Comune delle spese d’affitto e di utenza arretrate (sic!).
Gattabuia, Villa Olimpia, la mensa sociale del Comune sono oggi terra bruciata. E a qualcuno bisognerebbe forse chiedere conto di tanta lungimiranza e di tanta accortezza nella gestione della cosa pubblica. Conforta il fatto che nella delibera di risoluzione anticipata del contratto l’Amministrazione Comunale dichiari di voler riprendere in futuro la strada sciaguratamente interrotta due anni fa: fare cioè di Villa Olimpia un luogo di imprenditoria sociale, di promozione, di riscatto, di solidarietà, di animazione. Come è stato tra il 2006 e il 2013.
Dobbiamo però sperare che sotto la “terra bruciata” si sia conservato almeno un seme che garantisca la rinascita.
Zanotti su chiusura mensa sociale Villa Olimpia
Riportiamo dal sito verbaniasettanta.it, il post dal titolo "Villa olimpia, chiusa la mensa sociale. Storia di un fallimento annunciato", a firma di Claudio Zanotti.
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