Dalle 16.00 alle 23.00 nelle vie del centro storico si allestiranno banchi d'assaggio di prodotti tipici.
Gustus, lo chiamavano i Romani, Gustus lo potremo chiamare ancora oggi, il soffermarsi ad assaporare i prodotti delle nostre terre e deliziare il palato con miglior vini, ritrovarsi attorno ad un tavolo, stupirsi dei profumi che da sempre hanno accompagnato la vita dell'uomo, costruendo nuovi legami o rinsaldando amicizie care ed importanti.
Il tutto perché no, brindando a mille di questi giorni.
Anniversario del Civico Museo Archeologico.
Per sottolineare la ricorrenza alle ore 17.30 verranno presentati per la prima volta al pubblico i risultati degli ultimi scavi archeologici condotti sul territorio di Mergozzo e i reperti recuperati, restaurati grazie al contributo della Fondazione VCO.
I nuovi reperti (una quarantina di oggetti in ceramica, vetro e metallo), inseriti nel percorso permanente del museo, sono venuti in luce durante la campagna di scavo 2013 condotta nella necropoli d’epoca romana detta “della Cappella” a oriente del paese.
L’area funeraria era già nota da ritrovamenti casuali avvenuti nel 1875 e da scavi più ampi nel 1898 sorvegliati dall’avvocato Egisto Galloni in occasione della costruzione della Villa Calcini, seguiti da nuovi recuperi di corredi funerari negli anni 1968-70 ad opera dal Gruppo Archeologico di Mergozzo (GAM).
Per una singolare e fortunata coincidenza nell’estate 2013 sono riprese le indagini nella proprietà “ex Cardini” a occidente di Villa Calcini, disposte dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Piemonte e del Museo Antichità Egizie in vista della realizzazione di nuovi fabbricati sull’area.
I sondaggi archeologici preliminari e il successivo scavo stratigrafico, eseguito dal personale archeologico del Civico Museo di Mergozzo, la conservatrice Elena Poletti e l’archeologa Elena Clerici, sotto la direzione di Francesca Garanzini della Soprintendenza, hanno consentito di portare alla luce dieci sepolture con corredo, il cui
studio dettagliato è in corso.
È possibile fin da ora anticipare che i nuovi scavi, accuratamente documentati, hanno consentito di meglio comprendere lo sviluppo topografico e i riti funerari antichi. Le sepolture individuate, tutte a inumazione, prevedevano la deposizione del defunto adagiato con il capo a occidente e i piedi a oriente.
In qualche caso sono stati individuati, oltre agli oggetti di corredo inseriti nella fossa, anche doni funerari posti sopra di essa, piccoli recipienti, in cui i parenti ponevano qualche alimento o fiore fresco per onorare il caro sepolto.
Sono inoltre stati portati alla luce reperti “nuovi” per il panorama archeologico mergozzese, accanto a forme più consuete e già rinvenute in passato, che l’accurato e scientifico lavoro di pulizia, consolidamento o ricomposizione ha riportato all’antico splendore.
Si segnalano ad esempio contenitori e “bastoncini” per attingere i profumi in vetro colorato, alcune finissime coppette in ceramica a pareti sottili con decorazioni a rilievo o incise e diversi oggetti in metallo, indicativi di attività lavorative (coltelli e scuri).
I lavori di scavo sono stati possibili grazie alla collaborazione tra la proprietà del terreno, che ha agevolato le indagini e si è assunta in parte gli oneri, e il Comune di Mergozzo, mentre il restauro, lo studio e la musealizzazione dei reperti è stata finanziata dalla Fondazione Comunitaria del Vco nell’ambito del bando 2014 dedicato a “Progetti di utilità sociale – Tutela e valorizzazione del patrimonio storico artistico”.