L’ANTICA BIBLIOTECA CERETTI
In quella che tutti gli intresi ancora oggi chiamano piazza Teatro e che poi divenne piazza Vittorio Emanuele, piazza Fratelli Bandiera e, infine, piazza Giacomo Matteotti e che all’origine non era una piazza, bensì un fiume, anzi una Fiumetta, ramo del torrente San Bernardino, venne edificato, accanto al Teatro Sociale (1847) un grande edificio alla destra del teatro stesso, che però crollò durante la sua costruzione, ma fu subito ricostruito ancora più grande e imponente.
Quel caseggiato divenne proprietà dell’Opera Pia Francesco Franzosini, che ne affittò i numerosi appartamenti a prezzi popolari. Al primo piano, abbellito da un balcone che si affaccia sulla piazza, abitò il famoso pittore intrese Daniele Ranzoni fino al 1889, anno della sua prematura morte.
Nel 1932 in quegli stessi locali si trasferirono due importanti istituzioni: la Biblioteca Civica Pietro Ceretti, fondata da Renzo Boccardi nel 1907, ed il Museo Pietro Ceretti, di proprietà della fondazione omonima creata per testamento da Argia Ceretti Franzosini, figlia del filosofo hegeliano intrese (“pensatore insigne, scrutò, ricompose tutto lo scibile umano”) e moglie di Giuseppe Franzosini, già sindaco di Intra.
Al piano terreno dell’edificio, fino al 1948, anno della sua morte, tenne lo studio il pittore Giuseppe Rinaldi, giunto a Intra da Bergamo sull’onda degli scapigliati che affollavano la città ed il suo entroterra, conosciuti alla accademie Carrara e Brera.
La biblioteca era un’istituzione atipica, in quanto sia il direttore, sia i bibliotecari, erano volontari, spinti a ciò dall’amore della cultura, intesa soprattutto come valore sociale e di elevazione del popolo.
Infatti, nata come Biblioteca Popolare, divenne civica solo nel 1929 (anno VII E.F.) quando il “benemerito consiglio” deliberò “opportunamente di passarla al Comune, onde dare alla stessa una più sicura destinazione”. Il regime fascista avanzava implacabile anche sulla cultura, normalizzandola.
Renzo Boccardi la resse come direttore dalla sua fondazione al 1925, Paolo Migliavacca per 2 anni, Renato Limongelli fino al 1946, quindi ancora il Migliavacca fino al 1955.
Dopo una breve reggenza di Giuseppe Antonio Ceretti, lo stesso nel 1958 passò le consegne a Luigi Rinaldi, che aveva affiancato tutti i direttori che si erano succeduti fin dagli anni ’20.
Il sindaco Ugo Sironi, che abitava al terzo piano del caseggiato che ospitava la biblioteca, confermò tale nomina di Direttore a Luigi Rinaldi, che abitava al secondo piano.
La biblioteca, dimenticata dalle istituzioni, sopravvisse per l’abnegazione di chi vi prestava la propria opera ottenendo numerose donazioni fra le quali le importanti pubblicazioni socio-economiche della Olivetti di Ivrea.
Per inserire la biblioteca nel contesto cittadino essa fu sede del circolo filatelico verbanese e vi si tennero mostre e cicli di conferenze. Luigi Rinaldi, per i 43 anni ininterrotti profusi a titolo gratuito nella Biblioteca, venne nominato Cavaliere della Repubblica.
Nel 1964 l’Amministrazione Comunale decise di nominare un direttore stipendiato dipendente del Comune. Con ciò si concluse il ciclo del volontariato della “popolare” e poi “civica” Ceretti.
Nel 1968 venne occupata dagli studenti, che, purtroppo, distrussero parte dei libri. Sopravvenne, poi, la sua fusione con la Biblioteca di Pallanza ed il trasferimento, all’inizio degli anni ’80, nell’attuale villa Maioni. Del Museo Ceretti, ricco di libri, reperti, strumenti musicali, armi, se ne persero le tracce.