Sul punto è necessario ricordare che il danneggiato nella fase di denuncia del sinistro e di trattativa con l’assicurazione per ottenere la liquidazione del sinistro può – e generalmente si opera in tal senso – farsi assistere da un legale; quando si raggiunge l’accordo con l’assicurazione le spese relative ai compensi corrisposti all’avvocato vengono rifuse dall’assicurazione, con una somma aggiuntiva rispetto al risarcimento del danno.
Cosa accade, però, quando l’accordo con l’assicurazione non viene raggiunto ed è necessario incardinare una causa civile per ottenere il risarcimento? Può il danneggiato far rientrare tra i danni subiti (in particolare nel c.d. danno emergente, ossia l’insieme delle spese vive sostenute a causa del sinistro) anche le spese per l’assistenza stragiudiziale da parte del proprio avvocato?
Sul punto la Suprema Corte (Cass. n. 8476/2015) ha chiarito che il danneggiato ha la facoltà di farsi assistere da un avvocato di sua fiducia e, quando esso raggiunga l’accordo con l’assicurazione, di farsi riconoscere le relative spese legali; al contrario, quanto l'attività stragiudiziale non sfocia in un accordo e si rende necessario incardinare una causa, la liquidazione di tali spese può essere domandata dal danneggiato all'interno della domanda di risarcimento danni per danno emergente. La condizione essenziale affinché questa richiesta venga accolta, però, è che il danneggiante provi che le spese sostenute nella fase stragiudiziale fossero necessarie e giustificate: tali requisiti si possono desumere dal potere – riconosciuto al giudice dall’art. 92 c.p.c., co. I - di escludere dalla ripetizione le spese eccessive e superflue sostenute dalla parte vittoriosa.
La Cassazione ha proseguito rilevando che se il danneggiato rifiuta la transazione, incardinando la causa e assumendosi il rischio di ricavare dal giudizio meno di quanto l'assicurazione aveva spontaneamente offerto, non può poi automaticamente pretendere che le spese che ha sostenuto nella fase stragiudiziale - la cui immediata utilità è stata vanificata nel momento stesso in cui ha scelto di intraprendere la causa - gravino automaticamente sulla sua controparte; per ottenere la rifusione di tali esborsi, infatti, occorre la prova della loro necessità, che – ad esempio - potrebbe essere connessa alla esigenza di chiarire aspetti complessi e controversi prima del giudizio.
Avv. Mattia Tacchini