L’Unione Industriale VCO ha di recente interpellato le sue aziende associate per raccogliere i dati utili a delineare l’analisi congiunturale previsionale per il secondo trimestre 2024: emergono segnali positivi per il futuro.
Per quanto concerne l’occupazione, si registra un aumento del numero di aziende che ha in previsione nuove assunzioni (15,2%): il dato è in crescita se confrontato con i due precedenti trimestri (+4% e +5% rispetto alle due scorse rilevazioni) e, di contro, diminuisce la percentuale di aziende che stimano una riduzione del personale (solo l’8% delle intervistate, contro il 13% della scorsa rilevazione).
A riconferma di questo trend positivo, vi è anche il dato sulla cassa integrazione: solo il 10% delle aziende vi farà ricorso, rispetto al 27% del periodo gennaio-marzo.
Anche la produzione è prevista in aumento, seppur con un tasso di crescita basso. Se per 2/3 delle aziende le previsioni indicano una produzione in linea con i trimestri precedenti, il 19% ne prevede un aumento. Invece, sia per quanto riguarda gli ordinativi totali che per l’export, non si registrano mutamenti significativi rispetto al trimestre gennaio-marzo.
A rimanere al centro dell’attenzione nel prossimo futuro per le industrie del VCO, sono i prezzi delle materie prime, previsti in crescita per 3 aziende su 10, e i costi relativi ai trasporti e alla logistica, stimati in aumento per il 40% delle aziende, a causa dei conflitti in Medio Oriente e nel Mar Rosso.
Sembra essersi arrestato invece l’aumento del costo dell’energia, dopo i rialzi degli ultimi due anni: 2/3 delle imprese prevedono una stabilità dei prezzi.
A testimonianza del clima di fiducia presente all’interno del VCO, il 70% delle imprese intervistate ha in programma degli investimenti e prevede un aumento del fatturato.
Il Presidente di Unione Industriale VCO, Michele Setaro, ha commentato così il risultato dell’indagine congiunturale: “Quanto emerso dalla nostra rilevazione trimestrale ci incoraggia: anzitutto il dato sull’occupazione, molto significativo, è in decisa crescita rispetto al recente passato; anche le previsioni al ribasso del ricorso agli ammortizzatori sociali sono una buona notizia. Coerente quindi la crescita, pur lieve, della produzione industriale e la conseguente previsione di aumento del proprio fatturato da parte della maggioranza delle aziende. Chiaramente la situazione geopolitica internazionale, con i due fronti bellici aperti e le tensioni nel mar Rosso, non facilita l’export e influisce negativamente sui prezzi delle materie prime, ma ciò non turba lo scenario, che giudico nel complesso positivo. Considerando anche il significativo calo dell’inflazione già in essere e la probabile imminente riduzione dei tassi d’interesse in Europa e negli Stati Uniti, si prospetta un prosieguo d’anno all’insegna dell’ottimismo”.
A livello regionale l’indagine congiunturale realizzata a marzo tra le aziende del sistema confindustriale piemontese, ha raccolto le valutazioni di oltre 1.200 imprese manifatturiere e dei servizi. Dai dati emerge che in tutto il Piemonte le aziende prevedono una crescita per il II trimestre del 2024, dopo tre trimestri difficili.
Simultaneamente a quanto si riscontra da analoghe indagini a livello nazionale, anche il dato complessivo piemontese è sintesi degli andamenti differenziati tra industria e terziario. Se il comparto dei servizi registra una crescita costante e positiva, con indicatori saldamente sopra lo zero per livelli di attività, occupazione e ordinativi, l’industria, per contro, sembra riemergere ora da un anno difficile, con indicatori altalenanti e un andamento tutt’altro che lineare. Tuttavia, sono ottimistiche le attese sull’occupazione, anche nel manifatturiero; il ricorso agli ammortizzatori sociali è stabile su un livello storicamente basso, quasi nullo nel terziario; non si registrano aumenti sui tempi di pagamento e nei ritardi degli incassi.
A livello settoriale, nell’industria si osservano andamenti differenziati. Previsioni di crescita per i settori della chimica, alimentari, manifatture varie (gioielli, giocattoli ecc.), edilizia e impiantisti. Rallentano, invece, metalmeccanica (in particolare meccatronica e metallurgia), tessile e legno. Nel terziario, si conferma quanto già emerso nelle scorse rilevazioni, con tutti i comparti, che esprimono attese favorevoli e in crescita rispetto a dicembre.
“Le imprese piemontesi si confermano in grado di gestire al meglio risorse umane e finanziarie, ordini nazionali e internazionali, investimenti e indebitamento. Le previsioni che presentiamo sono in linea con la ripartenza della produzione industriale in Germania registrata a febbraio, sono basi importanti che consentono alle nostre imprese di essere sempre più protagoniste delle transizioni in atto. Confindustria ha indicato alcune priorità nel suo programma ‘Fabbrica Europa’, noi come Confindustria Piemonte confermiamo quelle priorità e le integriamo con il nostro Piano Industriale che punta a un aumento della quota di export oggi pari a circa il 40% del Pil, ovvero 60 miliardi. Ciò è possibile con concreti interventi sulla formazione anche nell’ambito delle competenze digitali, al completamento del piano sulla Banda Ultra Larga e al consolidamento dei settori vincenti. Va poi alzato il livello della competitività delle filiere storiche come automotive, tessile, aerospazio, lusso, agri-eno-food, gioielleria, sistema casa. Dobbiamo infine saper cogliere fino in fondo le occasioni nelle life-science, medicina, biotech e salute e al contempo monitorare il completamento anni delle grandi infrastrutture, lavori che hanno un valore superiore a 25 miliardi nei prossimi 10 anni” commenta Marco Gay, Presidente di Confindustria Piemonte.