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Fisconews: Più controlli su collaborazioni e partite Iva.

Molto speeo professionisti affermati lavorano a streto contatto con giovani collaboratori dotati di partita IVA all'interno dello stesso Studio. Vediamo alcuni accorgimenti da tenere sempre in considerazione.

Verbania
Fisconews: Più controlli su collaborazioni e partite Iva.
Il Ministero del Lavoro, nel corso del 2013, ha iniziato una campagna di controlli mirata a verificare la genuinità dei contratti di collaborazione a progetto e di lavoro autonomo con partita Iva, ottenendo il lusinghiero risultato di “scovare” e riqualificare ben 19.000 posizioni lavorative illegittime. Forte dei risultati raggiunti, l’ 1.04.2014 ha annunciato di voler
ulteriormente intensificare tale opera di contrasto al ricorso improprio a tali tipologie contrattuali.
Infatti il Ministero del Lavoro, nell’ambito delle proprie attività tese a combattere il lavoro irregolare,ha deciso di rafforzare i controlli sull’utilizzo distorto delle tipologie contrattuali flessibili, per far emergere tutti quei casi in cui il ricorso a specifiche tipologie contrattuali, in particolare i contratti di collaborazione a progetto e le partite Iva, maschera rapporti di lavoro subordinato
.
Sia ben chiaro, come ha sottolineato anche il ministro Poletti, che il ricorso a tali tipologie contrattuali può senz’altroessere legittimo, ma ciò avviene quando sia giustificato da ragioni oggettive legate alle esigenze produttive ed organizzative delle aziende che vi ricorrono, mentre non lo è affatto nel deplorevole caso in cui venga stipulato per mascherare un rapporto di lavoro subordinato, con l’intento così di sfuggire agli obblighi previdenziali ed assistenziali verso il lavoratore che viene pertanto a trovarsi in condizioni di precarietà, con ben poche tutele e inesistenti prospettive di stabilizzazione.
Tutto ciò premesso, affinché sia possibile fare un’analisi circa la regolarità dei rapporti in atto, pare opportuno riepilogare i requisiti che le citate tipologie contrattuali devono possedere.
Partite Iva
– In base a quanto previsto dalla L. 92/2012 le prestazioni di lavoro autonomo svolte da titolare di partita IVA, si considerano rapporti di collaborazione coordinata e continuativa (immediatamente riqualificati in rapporti di lavoro autonomo se manca l’identificazione del progetto) quando ricorrano almeno 2 dei seguenti presupposti:
a) durata superiore a 8 mesi in ciascun anno solare nell’arco di 2 anni;
b) corrispettivo derivante dalla collaborazione, anche se fatturato a più soggetti riconducibili al medesimo centro d’imputazione di interessi, pari almeno all’80% dei corrispettivi complessivi del collaboratore nell’arco degli stessi anni solari;
c) esistenza di una postazione di lavoro fissa presso una delle sedi del committente, a disposizione delcollaboratore.
Tali condizioni, però, non si applicano in un’ampia casistica. Ad esempio, se la collaborazione rientra in un ambito di attività professionali ordinistiche o che prevedono l’iscrizione in albi o elenchi , oppure se le prestazioni sono connotate da competenze teoriche e tecnico/pratiche di grado elevato, ovvero in caso di prestazioni rese da soggetti titolari di un reddito annuo di lavoro autonomo non inferiore , per il 2014, a euro 19.395,00.
Collaborazioni a progetto
– Secondo la L. 92/2012 e la C. M. n. 29/2012 la collaborazione a progetto ” genuina ” non può avere ad oggetto compiti esecutivi o ripetitiv, deve prevedere un’ampia autonomiadel lavoratore, deve inoltre vedere descritto il progetto, unitamente al risultato cui tende , nel contratto sottoscritto tra le parti. Va inoltre prestata attenzione al fatto che il Ministero ritiene che non rientrino nell’ambito della collaborazione a progetto una serie di attività, tra cui molte appartenenti al settore dell’edilizia (circ. n. 16/2012).

Studio Tarabella Luca
Dottore Commercialista e Revisore dei Conti



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