La nuova metodica consiste nell’iniettare con una particolare sonda monouso nella ghiandola prostatica il vapore nebulizzato, sotto visione del tratto uretrale prostatico.
Il vapore, prodotto dal generatore, viene iniettato nella prostata in dosi controllate di 9 secondi, con un numero di punture in base alle dimensioni della prostata e alle condizioni cliniche del paziente. Grazie all’ effetto terapeutico del vapore, la ghiandola inizia a diminuire di volume dopo alcune settimane riducendo i classici disturbi dell’iperplasia prostatica benigna, come la difficoltà ad urinare. La Terapia con vapore acqueo riesce a ridurre del 40% il volume prostatico, in circa 3 mesi.
La tecnica ha il vantaggio della minima invasività permettendo un trattamento definitivo anche in pazienti non candidabili alla terapia endoscopica chirurgica per le condizioni cliniche o i farmaci anticoagulanti assunti. E’ infatti eseguita in anestesia locale o tramite leggera sedazione e può essere effettuata in ricovero di un unica giornata.
Altro vantaggio è rappresentato dalla conservazione della funzione sessuale nella grande maggioranza dei pazienti. Rappresenta quindi il trattamento più accettato nei pazienti giovani che hanno necessità di mantenere la propria fertilità.
L’ipertrofia prostatica benigna è una patologia che causa malessere e disagio urinario in un gran numero di uomini. Ne soffrono infatti oltre 6 milioni di italiani e i disturbi aumentano all'aumentare dell'età sino ad interessare il 90% degli ottantenni.
L’ostruzione e l’ingrossamento della prostata, e la sintomatologia che ne deriva, può attualmente essere trattata con numerose tecniche mini-invasive e con rapido recupero funzionale.
Le raccomandazioni all’utilizzo di tale nuova tecnica sono state anche ufficializzate dal National Institute for Health and Care Excellence, l’ente anglosassone che definisce le linee-guida sulle soluzioni terapeutiche efficaci e sicure .