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TRAPPOLA PER TOPI

Mercoledì 16 novembre sul palco del Maggiore lo spettacolo TRAPPOLA PER TOPI di Agatha Christie, con traduzione e adattamento di Edoardo Erba

Verbania
TRAPPOLA PER TOPI
Dopo uno stop quasi totale di diversi mesi e una graduale ma continua ripresa, tra mascherine in sala e posti distanziati, per quest’autunno siamo tutti pronti a tornare a teatro in una situazione che è sempre più simile alla “normalità” a cui siamo sempre stati abituati.

È in questo clima, fresco dai successi registrati durante gli appuntamenti di quest’estate nell’Arena Esterna, che il TEATRO MAGGIORE di VERBANIA si prepara a dare il via alla sua nuova stagione culturale in collaborazione con Piemonte dal Vivo.

Il quarto appuntamento della nuova stagione culturale è per domani, mercoledì 16 novembre alle ore 21.00.

Sul palco TRAPPOLA PER TOPI di Agatha Christie, con la traduzione e l’adattamento di EDOARDO ERBA, la regia di GIORGIO GALLIONE e le musiche di PAOLO SILVESTRI, con LODO GUENZI nei panni del Sergente Trotter.

La produzione è de La Pirandelliana e lo spettacolo è in collaborazione con Fondazione Piemonte dal Vivo.

“Il 25 novembre 1952, all’Ambassadors Theatre di Londra andava in scena per la prima volta “Trappola per topi” di Agatha Christie.

Da allora, per 70 anni ininterrottamente, il sipario si è alzato su questa commedia “gialla” senza tempo e di straordinaria efficacia scenica. Ed ora tocca a noi… Non è consueto per me, spesso regista drammaturgo in proprio, misurarmi con un classico della letteratura teatrale. Certo da interpretare, ma da servire e rispettare. Ma non ho avuto dubbi ad accettare. Perché “Trappola per topi” ha un plot ferreo ed incalzante, è impregnata di suspense ed ironia, ed è abitata da personaggi che non sono mai solo silhouette o stereotipi di genere, ma creature bizzarre ed ambigue il giusto per stimolare e permettere una messa in scena non polverosa o di cliché.

In fondo è questo che cerco nel mio lavoro: un mix di rigore ed eccentricità.

D’altronde, dice il poeta, il dovere di tramandare non deve censurare il piacere di interpretare. Altra considerazione: nonostante l’ambientazione d’epoca e tipicamente British, il racconto e la trama possono essere vissuti come contemporanei, senza obbligatoriamente appoggiarsi sul già visto, un po’ calligrafico o di maniera, fatto spesso di boiserie, kilt, pipe e tè. Stereotipi della Gran Bretagna non lontani dalla semplicistica visione dell’Italia pizza e mandolino. Credo che i personaggi di Trappola nascano ovviamente nella loro epoca, ma siano vivi e rappresentabili oggi, perché i conflitti, le ferite esistenziali, i segreti che ognuno di loro esplicita o nasconde sono quelli dell’uomo contemporaneo, dell’io diviso, della pazzia inconsapevole.

E credo riusciremo a dimostrarlo grazie alla potenza senza tempo di Agatha Christie, ma anche e soprattutto con il talento e l’adesione di una compagnia di artisti che gioca seriamente con un’opera “chiusa” e precisa come una filigrana, che però lascia spazio all’invenzione e alla sorpresa. In questo la scelta di Lodo Guenzi come protagonista è emblematica, una promessa di imprevedibilità e insieme di esattezza. Come sempre: metodo e follia. E poi c’è la neve, la tormenta, l’incubo dell’isolamento e della bivalenza, il sospetto e la consapevolezza che il confine tra vittima e carnefice può essere superato in qualsiasi momento. Ingredienti succosi ed intriganti che spero intrappoleranno il pubblico”. Dalle note di regia di Giorgio Gallione

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