Le Alpi sono la catena montuosa più importante d’Europa, disegnano i confini di Italia, Svizzera, Francia, Liechtenstein, Germania, Austria, Slovenia. Da sempre sono attraversate, scalate, sorvolate ed esplorate, punto di passaggio per persone, idee, merci e tradizioni.
Oggi l’idea di confine è sempre più legata a quella di barriera, di limite (dalla parola latina limes: se ci si pensa, il limes per eccellenza era quello tra mondo romano e quello germanico dei “barbari”). I confini, invece, da cum + finis, letteralmente il luogo dove si finisce insieme, si trasformano e ci trasformano, sono fatti per essere percorsi, superati, violati, accolti. Diventano frontiera, spazio fondamentale dove si incontra l’altro, varco che crea apertura, collegamento, passaggio.
È da questa idea che prende il via la mostra itinerante “Passare le Alpi”, visitabile da sabato 30 luglio a domenica 28 agosto nei centri storici di Macugnaga (VB), ai piedi del Monte Rosa, e della frazione Ponte di Formazza, nell’omonima valle, estrema punta settentrionale del Piemonte che si incunea in Svizzera. Un percorso costruito completamente all’aperto, grazie alle riproduzioni delle opere su grandi pannelli esposti nei borghi coinvolti, e dedicato alle alte vie di comunicazione, ai passi alpini, ai mezzi di trasporto e ai viaggiatori tra Val d’Ossola e Canton Vallese.
28 gli illustratori e artisti: Bahar Avanoglu, Sara Bernardi, Davide Bonazzi, Matteo Capobianco - Ufo5, Nicolò Canova, Maya Christensen, Chiara Dattola, Enrico De Paris, Lorenzo Duina, Caterina Ferrante, Elisabeth Fux, Silvia Fux, Giulia Gentilcore, Caterina Gomirato, Bernd Kniel, Andrea Legnaioli, Irene Lupia, Elisa Macellari, Paolo Metaldi, Pinaki, Ale Puro, Chiara Raineri, Luca Soncini, Alena T, Daniela Tieni, Ilaria Urbinati, Elisa Vendramin, Helga Zumstein.
Molteplici e diversi i temi su cui hanno lavorato: paesaggi dei valichi tra Ossola e Vallese, ferrovia Vigezzina, traforo del Sempione, Geo Chavez e la prima trasvolata delle Alpi, someggiatura (il trasporto di merci con muli e bestie da soma), diligenze a cavallo e postale sul Sempione, emigrazione vigezzina e spazzacamini, contrabbandieri.
In parallelo e in dialogo con le opere contemporanee, Enrico Rizzi, storico delle Alpi, ha selezionato una serie di stampe ottocentesche di età romantica che riflettono sugli stessi temi. Esposti lavori di Bartlett, Blechen, Gozzi, Guérard, Hering, Jentsch, Koch, Koller, Lory Fils, Ruskin.
“Passare le Alpi” nasce all’interno del progetto Interreg Italia-Svizzera “Di-Se – DiSegnare il territorio”, tre anni all’insegna del disegno e dell’arte a cura di Associazione Musei d’Ossola, Museumzentrum La Caverna di Naters e Associazione Asilo Bianco. Le attività del terzo anno di “Di-Se” sono dedicate al muoversi in montagna.
Il catalogo di “Passare le Alpi”, il terzo della serie dopo “Herbarium Vagans” e “Difendersi dall’alto”, raccoglie tutte le opere e le accompagna con testi dedicati ai temi narrati per immagini dagli artisti. Sarà in libera distribuzione nei Comuni coinvolti.
La mostra, come vuole la sua natura itinerante, arriverà a settembre a Omegna, città di Gianni Rodari sul lago d’Orta, e in inverno a Naters, in Canton Vallese, Svizzera. Molte delle opere originali fanno già parte del ricco catalogo dell’Artoteca Di-Se, spazio nato per promuovere il prestito domestico di opere d’arte originali | artotecadise.it
Inaugurazione sabato 30 luglio, ore 11, Formazza (VB) – Dorf Platz, centro della frazione Ponte, ore 17, Macugnaga (VB) – dalla piazza del municipio alla frazione Dorf.
Passare le Alpi, mostra itinerante
La grande mostra itinerante che racconta di superare confini, di esplorazioni, valichi e contrabbandieri.
2 commenti Aggiungi il tuo
Bei tempi quelli in cui il contrabbando era fatto dagli spalloni con le bricolle piene di sigarette!!! Tutta gente che oltre al lavoro giornaliero si spaccava letteralmente la schiena camminando per ore per poter offrire qualcosa di meglio alle loro famiglie.Qualcuno "guadagnava il viaggio" anche al contrario, portando in Svizzera beni ed alimentari che là erano più costosi e meno abbondanti che da noi. Ho fatto in tempo a conoscerne e vederne diversi, qualcuno c'era anche in famiglia; vederli in azione, in transito dove avevo una baita in Cannobina e si fermavano a rifocillarsi durante la notte negli ultimi scorci degli anni '60 primissimi anni '70, per poi mandare il loro carico a valle sui fili di una teleferica; altri ripartivano verso Trarego, Colle e da lì scendevano in valle Intrasca. E che impressione vedere tutte le notti la fotoelettrica della Guardia di Finanza che, in continuo movimento e per tutta la notte, spaziava dal lago a tutta la montagna alla ricerca degli spalloni! Avevo 15/17 anni e mi sembravano degli eroi. Anche i rapporti con le forze dell'ordine erano diversi: nonostante gli spalloni famigliari, due mie zie hanno poi sposato due "borlanda" o "canarini" come venivano allora definite gli agenti della GdF. Altri tempi, altri valori; è il caso di dirlo: si stava meglio quando si stava peggio.
Ciao lupusinfabula
idem accadeva per il contrabbando di sigarette nel Golfo di Napoli.... C'era un rispetto, basato su strette di mano, granitico.
idem accadeva per il contrabbando di sigarette nel Golfo di Napoli.... C'era un rispetto, basato su strette di mano, granitico.
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