Cominciamo col dire che la logica, su cui si basa il documento AGENAS, deriva dalle difficoltà dell’attuale sistema sanitario emerse durante la recente pandemia. Un problema non solo italiano. In Europa tutti sono concordi che con una organizzazione diversa della sanità territoriale, i danni sarebbero stati inferiori. Per questa ragione il PNRR ha definito sia le linee di intervento che i finanziamenti per “trasformare” l’attuale sistema. Usiamo il verbo “trasformare” per rendere chiaro ed evidente che non si tratta di fare qualcosa di nuovo, ma di modificare l’esistente. D’altra parte, diversamente, i soldi stanziati non basterebbero.
Appare evidente, perciò, che per affrontare questa “trasformazione” bisogna prima sapere da dove si parte, ovvero qual è lo “stato dell’arte”, definire il percorso per decidere dove andare a spendere utilmente i soldi.
Chi definisce lo “stato dell’arte” non può che essere il piano sociosanitario, che però in Piemonte non esiste. I due Assessori non si parlano e men che meno parlano con il Presidente, il quale tollera una situazione di per sé inaccettabile. Con una situazione di questo tipo, ci chiediamo come si possa pensare di progettare il futuro. Le “sparate” fatte su generici progetti di case di comunità nei tre centri principali e di un ospedale di comunità a Gravellona non hanno né capo né coda. Vediamo concretamente di cosa si tratta.
Sono previsti due tipi di “Case di comunità” (ex Case della salute, per intenderci): una centrale (Hub) e altre periferiche, alla quale fanno riferimento Spoke). Quelle periferiche sono importanti perché - nel nostro territorio montano, con piccoli centri abitati disseminati nelle valli - per assicurare il diritto alla salute di quei cittadini non ci si può esimere dall’organizzare adeguatamente il sistema.
“Hub” e “Spoke” forniscono gli stessi sevizi, ma nell’”Hub” sono presenti anche apparecchiature diagnostiche. Non abbiamo mai sentito parlare l’Assessore di queste cose, ma solo di ospedale che qui non c’entra. Vediamo nel dettaglio i servizi secondo AGENAS:
Modello organizzativo
1 - Organizzazione capillare su tutto il territorio. Struttura fisica in cui opera un’équipe multiprofessionale di:
Medici di Medicina Generale (MMG) e Pediatri di Libera Scelta (PLS)
Medici specialisti - Infermieri di Famiglia o Comunità - Assistenti sociali e altri professionisti della salute.
2 - Funziona come “punto di riferimento continuativo” (H24 per intenderci) per la popolazione e che permette di garantire la presa in carico del paziente anche attraverso:
Un’infrastruttura informatica - Un punto prelievi -La strumentazione polispecialistica e diagnostica di base.
Servizi OBBLIGATORI erogati nella Casa di Comunità “SPOKE”
Servizi di cure primarie erogati attraverso équipe multiprofessionali
Punto Unico di Accesso - Servizio di assistenza domiciliare
Servizi di specialistica ambulatoriale per le patologie ad elevata prevalenza - Servizi infermieristici
Sistema integrato di prenotazione collegato al CUP aziendale - Integrazione con i Servizi Sociali
Partecipazione della Comunità e valorizzazione della co-produzione
Collegamento con la Casa della Comunità hub di riferimento
Servizi OBBLIGATORI erogati nella Casa di Comunità “HUB” (per il VCO gli HUB saranno tre)
Presenza medica - Presenza infermieristica - Servizi diagnostici di base – Guardia medica (Continuità Assistenziale)
Punto prelievi - Attività Consultoriali e attività rivolta ai minori
Interventi di Salute Pubblica (incluse le vaccinazioni per la fascia 0-18)
Programmi di screening (facoltativo)
Servizi per la salute mentale, le dipendenze patologiche e la neuropsichiatria infantile e dell’adolescenza (facolt.)
Medicina dello sport. (facoltativo)
E allora, qualsiasi ospedale (o ospedali), senza questi servizi ben poco potrà fare.
Ma, Presidente Cirio, di che cosa si sta occupando la sua Giunta? Ma l’avete letto il “documento Agenas”?