Sempre da quanto apprendiamo da notizie di stampa, la Procura ha disposto l'autopsia sul feto per chiarire le cause che hanno portato all'aborto, anche alla luce delle dichiarazioni della donna che sostiene di aver subito maltrattamenti dalle guardie di confine svizzere.
Dai media elvetici, si apprende che il capo delle guardie di confine svizzere, ha dichiarato di non escludere la possibilità di un loro "errore", e di voler fare chiarezza sull'accaduto.
Dal sito del governo svizzero admin.ch:
Il Corpo delle guardie di confine (Cgcf) ha deciso di affidare alla giustizia militare il caso della donna siriana che ha avuto un aborto dopo un’operazione di rimpatrio dalla Francia verso l’Italia attraverso la Svizzera, e questo affinché un’autorità esterna chiarisca le accuse mosse nei confronti di collaboratori del Cgcf.
Venerdì 4 luglio, nell'ambito di un'operazione di rimpatrio, alcune guardie di confine hanno scortato 36 migranti da Vallorbe a Domodossola (I). In precedenza le persone erano state consegnate al Cgcf dalle autorità francesi. La donna siriana ha abortito presso l'Ospedale di Domodossola. La famiglia della donna ha accusato i collaboratori del Cgcf di non avere reagito alle richieste di assistenza medica avanzate durante il rimpatrio.
Dall'inchiesta interna, immediatamente avviata dal Cgcf, è emerso che non è possibile escludere un errore. Per tale motivo e per via della gravità delle accuse il Cgcf ha deciso di affidare il caso alla giustizia militare.
Procura indaga sull'espulsione dei profughi
A quanto apprendiamo, la Procura della Repubblica di Verbania, ha aperto un inchiesta sulla vicenda relativa all'espulsione dei profughi siriani da parte della Svizzera, che avrebbe causato a una donna del gruppo la perdita del feto.
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