La popolazione è stabile, dunque, soprattutto grazie agli immigrati, che non necessariamente sono stranieri, anche se la componente di non italiani va consolidandosi e ormai sfiora il 10% degli abitanti. La dimostrazione statistica la si legge nel confronto tra l’aumento dei residenti (+1,7%) e quello degli stranieri (+35%) negli ultimi sei anni.
Nel 2006 i cittadini di Verbania con in tasca un passaporto diverso da quello italiano erano 1.654; al 31 dicembre scorso sono diventati 2.234. Una cifra significativa, ancor più se si considera che un certo numero, ogni anno, conclude il percorso della cittadinanza e diventa italiano a tutti gli effetti.
All’interno della comunità straniera, che tocca il 9,29% ed è prossima a sfondare la soglia psicologica del 10%, la stragrande maggioranza, il 76,74%, è originaria di un paese esterno all’Unione europea. Di questi quasi la metà proviene dall’Est Europa. Le comunità ucraina (522 persone) e romena (506) sono infatti le prime per consistenza. Precedono di molto quella albanese (365) e marocchina (280) e sfatano il mito della “invasione” cinese. Dalla più popolosa nazione del mondo, infatti, provengono 254 persone.
Guardando ai numeri che riguardano la famiglia e restando in tema di stranieri, il 2012 segna un calo del tasso di natalità nelle coppie non italiane. Se è vero che i bimbi nati da stranieri sono in proporzione superiori a quelli italiani (il 15,42% di neonati sono stranieri, mentre gli stranieri sono il 9,29% dei residenti), è anche vero che i 35 tra fiocchi rosa e azzurri appesi nell’anno appena trascorso sono la cifra più bassa toccata dal 2008 (31 neonati) a oggi.
Nessuna novità, invece, nella composizione dei nuclei familiari. Il verbanese medio – meglio sarebbe dire “la” verbanese, perché le donne sono il 52,83% della popolazione – vive da solo, è cioè single o – molto più spesso – vedova/vedovo. Su 14.493 nuclei censiti, 5.516 (record mai raggiunto) è composto da una sola persona, 4.260 da due.
Con, rispettivamente, il 38,06 e il 29,39%, insieme assommano oltre due terzi (67,45%) della popolazione. Poco consistenti con i loro 17,89 e 11,32% le famiglie con tre e quattro componenti, di norma quelle con uno o due figli. Oltre questo numero, quindi da cinque – in genere marito, moglie e tre figli – in su, si può parlare di eccezione statistica, o quasi.
